Sono circa 14 milioni gli italiani che, durante le vacanze Pasquali, si sono messi in movimento, spopolando i più grandi centri urbani per rilassarsi altrove. Dopo due anni di restrizioni e di lock-down, sembra che le ferie di Pasqua siano ritornate a essere quelle di un tempo, prima dello scoppio e della diffusione della pandemia. Di certo i numeri non sono pari a quelli del 2019, ma hanno superato di gran lunga le cifre del 2020 e del 2021. Secondo Federalberghi, associazione italiana del turismo e degli alberghi, la maggior parte degli italiani ha preferito rimanere in Italia. A beneficiare di tutto ciò, è stata anche l’economia del Paese, poiché si è creato un giro d’affari di oltre 7 miliardi di euro. Ma dove si sono recati gli italiani che sono rimasti nel Belpaese? Sempre Federalberghi ha annunciato che le mete maggiormente preferite sono state le località di mare (circa il 30%), seguite dalle città d’arte e dalla montagna. Tra le tante regioni d’Italia che riescono a conciliare tutti e tre questi aspetti è stata la Liguria, ricca di spiagge, cultura e di luoghi dove compiere escursioni e passeggiate.

Mare, arte e sentieri: la Liguria e le Cinque Terre
Tra le mete più gettonate sia da italiani che da stranieri, è ritornata la Liguria che ha dichiarato più di 200 mila presenze certe nella regione. Nel giro di pochi giorni, le strutture hanno registrato un rapido tasso di prenotazioni, fino a raggiungere con facilità il tutto esaurito. Quest’anno non solo connazionali, ma anche turisti stranieri sono giunti dall’Europa Centro-Settentrionale. Molte prenotazioni si sono concentrate soprattutto in una zona specifica della Liguria: il territorio delle Cinque Terre.

Situate nella provincia di La Spezia, nella Riviere di Levante, le Cinque Terre sono costituite da antichi borghi che ricoprono le insenature e i piccoli golfi tipici di quest’area. Si tratta dei centri di Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore, collegati da sentieri a picco sul mare. Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO dal 1997, in passato non erano altro che insediamenti sviluppatisi soprattutto a partire dal Medioevo. Sebbene molti pensino che in origine le Cinque Terre siano state dei centri di pescatori, in realtà nacquero come zone dedite all’agricoltura. Sulle pareti rocciose vennero costruiti i primi terrazzamenti, dove furono piantati alberi da frutto, da cui si raccolgono grappoli d’uva, olive e limoni. Con il passare del tempo, divenne importante fonte di sostentamento anche la pesca, data la grande varietà e abbondanza di pesci. Tuttavia, presto questi centri furono presi di mira da pirati e briganti. Furono quindi costruite mura e torri di difesa che ancora oggi si possono ammirare sui promontori o lungo la costa.
Punteggiati dalle case dai colori accesi arroccate sulle pendici dei rilievi, questi borghi offrono numerose attrazioni anche per gli appassionati di camminate e di geologia. La costa è frastagliata e, nel corso dei secoli, ha subito l’effetto dell’erosione da parte dell’acqua del mare e delle piogge. La roccia calcarea e argillosa, che costituisce i rilievi, ha così dato origine a grotte che in passato hanno suggestionato poeti e artisti. Tra questi, uno dei più famosi è Eugenio Montale che, proprio alle Cinque Terre, ha composto l’opera “La casa dei doganieri” e altre poesie contenute nella raccolta “Le Occasioni”.
La Liguria e le Cinque Terre sono quindi meta da sempre di turisti appassionati di mare, arte e di passeggiate su promontori a picco sul mare, dove tradizione, natura e cultura si intrecciano creando un paesaggio unico nel suo genere.
