«Non so se lo perdonerò, in questo momento sto pensando a mamma e papà». Sono queste le parole di Madè, sorella di Benno Neumair, pochi minuti dopo aver sentito la sentenza di condanna per il fratello: ergastolo.
Tutto ciò per la sorella non appare come una vittoria ma solo come un piccolo passo avanti: «Non è che questa pena o le motivazioni che leggeremo ci ridaranno la mamma e il papà. Però forse ci darà un po’ di pace per quanto si possa avere pace dopo questo sconvolgimento».
Lo scorso 4 gennaio 2021 infatti, era stata denunciata la scomparsa della coppia composta da Peter Neumair 63 anni e Laura Perselli 68 anni. In seguito, dopo varie ricerche, i corpi dei due sono stati rinvenuti nel fiume Adige.
Nonostante i vari tentativi di giustificazione, Benno Neumair, uno dei due figli della coppia, ha confessato di essere stato il carnefice dell’omicidio.
Benno, dopo diversi depistaggi, ha ammesso di aver strangolato con una corda prima il padre e in seguito la madre per gettare i corpi nel fiume sperando di far perdere le tracce dell’accaduto.

Quindi, pochi giorni fa, il giovane è stato convocato a processo coadiuvato dal suo avvocato che spingeva sull’applicazione di attenuanti generiche considerato l’imputato incapace di intendere e di volere.
Nonostante queste richieste i giudici del consiglio hanno stabilito, dopo ben cinque ore di processo, di condannare il bolzanino all’ergastolo.
Oltre a ciò l’obbligo per lui di versare una provvisionale civile che ammonta a 200.000 euro per la sorella Madè e 80.000 per la sorella della madre, Carla Perselli.
Nonostante le richieste degli avvocati difensori di Benno e le giustificazioni varie, il consiglio l’ha accusato ritenendo che “i delitti sono stati commessi con piena coscienza e volontà e che la confessione sarebbe “tardiva ed utilitaristica”.
Per Madè, tutto ciò non potrà mai ripagare il dolore provato ma credo che questa sentenza rappresenti già un importante passo avanti per avvicinarsi sempre di più alla giustizia.
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