Zoundream è il nome della piccola azienda nata nel 2019 nella quale si è portata avanti in questi anni una idea rivoluzionaria: creare un software in grado di comprendere il pianto dei bambini. Fondata e portata avanti da tre giovani gardenesi d’adozione (tutti e tre si sono diplomati al Liceo Bagatta di Desenzano del Garda): Roberto Iannone che è l’Amministratore Delegato, Paolo Ingraito e Mattia Ingravalle nato a Desenzano, l’azienda attualmente è composta da circa dieci dipendenti e ha sedi in Svizzera e Spagna.
Presso il quartier generale di Basilea, abbinando le conoscenze di informatica, di ingegneria e del suono, si è riusciti a creare una tecnologia che permette di comprendere e interpretare, quasi nella sua globalità, il pianto di un bambino.
I termini più utilizzati all’interno di questi laboratori sono: intelligenza artificiale e deep learning, ovvero l’apprendimento automatico (quello che utilizzano Alexa e Google) ma qui non si analizza il linguaggio ma ci si concentra sul suono. Infatti i bambini che ancora non hanno imparato a parlare, utilizzano i suoni per provare a farsi capire ed esprimono i loro bisogni tutti allo stesso modo; “parlando” quindi una stessa lingua in tutto il mondo a prescindere da nazionalità e cultura.
Il software creato dai tecnici di Zoundream permette di tradurre i cinque bisogni fondamentali di un bambino di età compresa da zero a nove mesi: la fame, l’aria nello stomaco, il dolore fisico, il sonno e il desiderio di ricevere attenzioni.
Grazie quindi ad AMSI (Acoustic Multistage Interpreter), il nome appunto del software, che si può tradurre in italiano in “Interprete acustico multistadio”, dopo quattro anni di studi durissimi – come ha tenuto a rimarcare Iannone – si è riusciti a dividere il suono identificando le parti importanti e cercando di dare un significato generale allo stesso.
Il progetto ovviamente non si ferma qui, perchè il desiderio dei tecnici dell’azienda è utilizzare le conoscenze acquisite nell’assistenza preventiva, cioè analizzare il pianto per scoprire patologie o disturbi come l’autismo, problemi di linguaggio o di udito e questo – rileva nuovamente Iannone – sarebbe un cambiamento epocale e non lo dice solo da imprenditore ma soprattutto da genitore.