Fiducia, cooperazione e futuro. Sono queste le tre parole che, secondo gli ospiti della serata che si è svolta giovedì 24 novembre al Teatro alle Stimate di Verona, permettono ad un imprenditore di raggiungere il successo.
L’evento, organizzato in collaborazione con Ap consulting, un’azienda informatica di San Martino Buon Albergo, è stata un’occasione per imprenditori, industriali, giovani ma anche per semplici cittadini di conoscere e avvicinarsi sempre di più ad un ramo dell’economia diverso e modernizzato: quello civile.
Ospiti della serata Lorenzo Baglioni, cantautore, attore e conduttore fiorentino che ha avuto un passato anche come insegnante di matematica alle scuole superiori; Valentina Rotondi, ricercatrice che si occupa di economia e collabora attualmente con le università di Oxford e la SUPSI di Lugano, coinvolta inoltre all’interno del movimento “Economy of Francesco” e della SEC (scuola di economia civile); Luigino Bruni, economista e professore di economia all’università LUMSA di Romae membro anche lui dell’ Economy of Francesco, di Economia civile e tante altre associazioni.

L’evento è stato suddiviso in tre momenti all’insegna rispettivamente di fiducia, cooperazione e futuro:
“L’amor ch’io avea per la gente del mondo” è questa citazione di Francesco Datini ad introdurre il primo “speech” FIDUCIA. A spiegare questo concetto così profondo e complicato è stato Lorenzo Baglioni che ha associato questa virtù ai giovani. Il cantautore fiorentino ritiene infatti che tra le due parole ci sia una profonda connessione. Dichiara appunto: «Tendiamo spesso a sottovalutare ragazze e ragazzi, soprattutto quando iniziamo ad avere qualche capello bianco». Il passato di Baglioni infatti l’ha visto inserito all’interno del contesto scolastico come insegnante di matematica alle scuole superiori.
Lui stesso narra che un giorno, durante un’ordinaria lezione, vedendo lo scarso entusiasmo degli allievi nell’apprendere gli argomenti, pensò ad un modo alternativo per far memorizzare loro quei concetti. Ecco che Lorenzo comincia a vedere la sua passione per la musica e la sua professione di insegnante non più come due poli distinti ma come due cose declinabili, aventi come comun denominatore l’amore e la cura per gli altri. Decide così di comporre una canzone riguardante il Teorema di Ruffini per far comprendere in modo originale e divertente questo argomento. Il metodo funziona eccome, la canzone viene caricata sul web e ottiene numerose visualizzazioni. E’ con questi risultati che Baglioni afferma in conclusione: «La reazione dei ragazzi mi ha fatto capire che bisogna avere molta, molta fiducia nei giovani».
La frase scelta per spiegare il concetto di COOPERAZIONE è una citazione di Antonio Genovesi: “E’ legge dell’Universo che non si può far la nostra felicità senza far quella degli altri”. Protagonista di questo momento è Valentina Rotondi che afferma: «Il mercato è molto più dello scambio: inconsciamente sappiamo che quello scambio è un incontro». Valentina crede fortemente che ci siano delle “palestre naturali” in cui ogni giorno ci alleniamo e che ci aiutano a dare il meglio di noi stessi. Da madre, ritiene che una palestra molto efficace e stimolante sia la cura, dedita sia ai figli, come nel suo caso, ma in generale a tutte quelle persone che in qualche modo sono nostri “prossimi”. Dice inoltre che uno studio condotto da lei e da altri ricercatori ha avuto un esito sorprendente, ovvero che quando si diventa genitori si attivano dei cambiamenti di lungo periodo nelle aree del cervello dedicate all’empatia, che durano almeno fino a due anni o addirittura fino a 30.
Anche qui la ricercatrice riesce a cogliere la sottile sfaccettatura che collega il concetto di cura con quelli di cooperazione e mercato, dicendo: «Le aree che si attivano per l’empatia si sovrappongono a quelle che usiamo per fare scelte economiche: il nostro cervello sa che se decidiamo di entrare in un mercato, dobbiamo essere in grado di entrare in relazione con l’altro e capirne il bisogno».
Per finire, crede che in un mondo ideale sarebbe bello che un’azienda ritenesse di poter guadagnare da una cresciuta capacità empatica che si sviluppa in queste palestre naturali”.
E’ invece con questa citazione introduttiva dello speech FUTURO di David Sassoli che l’evento volge alla conclusione: “Nostro dovere rispondere con più coraggio ai giovani che ci chiedono di salvare il Pianeta”.
Protagonista dell’ultimo momento è Luigino Bruni. Il professore sostiene infatti che: «Il primo dono che adulti e anziani possono fare ai giovani è continuare a sognare. Se continueremo a sognare, i giovani faranno il loro mestiere che è essere profeti di futuro». Dice di amare i giovani, in quanto professore universitario, perché vede in loro una bellezza effimera, che dura poco e in quanto tale anche stupenda. Anche lui riprende l’argomento trattato da Baglioni in precedenza, ovvero quello della fiducia nelle nuove generazioni. «Senza i giovani non manca il futuro ma il presente», queste le sue parole.
Riadatta inoltre una nota frase del profeta Gioele che diceva che i vecchi faranno sogni, i giovani faranno profezie. nella sua riadattazione invece gira la frase condizionando il fatto che i giovani faranno profezie solo se i vecchi faranno sogni.
Vede infatti nello spirito positivo e nella determinazione, anche dei più anziani, uno strumento fondamentale per la realizzazione di giovani profeti. Infine come cornice della serata afferma: «Se continueremo a sognare, i giovani faranno il loro mestiere, che è essere profeti di futuro».
Fiducia, cooperazione e futuro sono state durante l’intera serata le fonti da cui tutti e tre gli ospiti hanno tratto ispirazione, nel dare una loro visione alternativa e se vogliamo anche più umile e reale dell’economia.
