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Lo scorso 25 novembre, data designata come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, riporta al centro dell’attenzione mediatica uno dei temi più rilevanti nella societá odierna. Vediamo insieme perché è ancora necessario parlarne

Secondo i dati elaborati dalle Nazioni Unite e diffusi in occasione della ricorrenza, ogni ora, nel mondo, vengono uccise da un familiare almeno cinque donne o ragazze. Come afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «La violenza contro le donne è un’aperta violazione dei diritti umani, purtroppo diffusa senza distinzioni geografiche, generazionali, sociali». 

Anche in Italia, i dati rilevati testimoniano come la violenza sulle donne rappresenti un grave problema per il Paese e la popolazione. Il Ministero dell’Interno dichiara che dal 1 gennaio al 7 novembre 2022 sono stati registrati 95 femminicidi: di queste donne 50 hanno perso la vita per mano di partner o ex partner, 33 sono state uccise in ambito familiare o affettivo mentre le restanti 12 in contesti di altro tipo. Questi numeri rientrano nella media degli ultimi due anni, sia nel 2020 che nel 2021 le vittime di femminicidio sono state 118. 

Inoltre, si rileva una significativa mancanza di fiducia nelle istituzioni; l’Associazione Nazionale D.i.Re, Donne in Rete Contro la Violenza,  sottolinea come solo il 27% di tutte le donne vittime di violenza e abusi decida di intraprendere un percorso giudiziale, civile o penale. 

A partire dal gennaio di quest’anno si è potuto assistere anche ad un aumento delle denunce per violenza domestica, cresciute del 50%, e per violenze sessuali, rispetto alle 687 del 1990 nel 2020 se ne contano 4500. 

La violenza sulle donne coinvolge anche le nuove generazioni: secondo quanto emerso da un sondaggio della Federazione internazionale Terre des Hommes, rete di organizzazioni impegnata nella difesa dei diritti civili, tre giovani su dieci sono stati testimoni di un episodio di violenza di genere. 

Tutto ciò indica quanto ancora oggi sia fondamentale discutere di questa tematica al fine di sensibilizzare chiunque, anche i più giovani, alla difesa dei diritti umani e dimostrare che comportamenti di questo genere non sono la normalità.

Così ha scritto in un tweet  Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, durante la giornata del 25 novembre: «Prendiamo posizione, alziamo la voce a sostegno dei diritti delle donne. Dichiariamo con orgoglio: siamo tutti femministi».

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Mi chiamo Sara Castagnedi, ho quindici anni e abito a Zevio, un paese in campagna nella provincia di Verona. Sono una studentessa del liceo classico “Alle Stimate” che ho deciso di frequentare seguendo il mio vivo interesse per le materie umanistiche. Inglese, letteratura e storia sono le materie che preferisco ma trovo particolarmente affascinante anche l’arte, in tutte le sue forme. Di solito trascorro il tempo libero scrivendo, leggendo libri di vario genere e guardando serie tv ma amo anche stare all’aria aperta facendo lunghe passeggiate o andando in bicicletta. Un’altra delle mie più grandi passioni è viaggiare: mi da l’opportunità di apprendere usanze e tradizioni diverse dalle nostre e mi permette di coltivare il mio interesse per la fotografia. Mi ritengo una persona determinata e testarda che si impegna assiduamente e con costanza per raggiungere i propri obiettivi. Riguardo al mio futuro non ho ancora delle idee molto precise ma spero di trovare un lavoro che sia per me motivo di grande soddisfazione e ricompensi tutti i sacrifici fatti.

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