Lo scorso venerdì 9 dicembre, poco dopo le sei, a Bedizzole, in provincia di Brescia, è morto un operaio di 62 anni, Maurizio Rocchi. Il proprietario della ditta dice di non essersi accorto della presenza dell’operaio all’interno del rimorchio cassonato di un camion, riempiendo così con una pala meccanica lo stesso rimorchio, di fatto seppellendo l’uomo al suo interno.
Le ricerche hanno avuto inizio dopo diversi minuti, quando i lavoratori si sono accorti della scomparsa dell’uomo. Dopo aver svuotato il cassone, hanno rinvenuto il collega ormai privo di vita, sepolto sotto tonnellate di ghiaia fatte scendere dalla benna. Tutti i mezzi sono stati messi sotto sequestro e chi in quel momento era ai comandi della ruspa potrebbe essere accusato di omicidio colposo, l’ipotesi di reato su cui lavora chi indaga.
Non c’è stato nulla da fare. Nessuna speranza di riuscire a salvare Maurizio, nonostante i soccorsi si siano precipitati non appena allertati. Un’auto medica e un’ambulanza dei volontari hanno percorso le stradine ricavate tra i cumuli di ghiaia all’interno della cava. Si sono avvicinati al cassone, ma niente, il 62enne era già senza vita.
Ci sono diversi quesiti a cui bisogna ancora trovare una risposta: innanzitutto il motivo per cui Maurizio, al momento della tragedia, si trovasse all’interno del cassone da riempire con la ghiaia.
In tutto ciò Maurizio era vedovo da quindici anni. Lascia così i due figli, Desiré e Gianpietro, e i nipotini che accudiva nel tempo libero. Rocchi stava anche aspettando la meritata pensione che dopo tanti anni di duro lavoro sarebbe finalmente arrivata a breve.
Adesso spetterà agli inquirenti di stabilire se l’incidente sarebbe potuto evitare oppure no, se ha qualche responsabilità vado a meno attribuita. Il 62enne sarà sottoposto ad autopsia così come disposto dal pubblico ministero Ettore Tisato, titolare dell’inchiesta aperta per omicidio colposo. Il magistrato dovrà accertare anche l’attività durante la quale è morto l’operaio, si stesse svolgendo in sicurezza.