Il 25 dicembre alle ore 17 viene messo in scena al Teatro Nuovo il capolavoro di Piotr Ilic Tchaikovsky, Il lago dei cigni, sulle coreografie di Marius Petipa e Lev Ivanov del 1895. Interpretato dai danzatori del Balletto dell’Opera di Iasi, in Romania, torna a Verona l’opera più famosa di tutti i tempi, donando così alle famiglie veronesi, e non solo, un momento di svago e amore per il teatro durante il periodo natalizio e a tutti gli alunni delle scuole di danza della città l’occasione di ammirare uno dei balletti più conosciuto e amato.

Mantenendo le coreografie originali di Marius Petipa e Lev Ivanov intatte, la compagnia di danzatori è voluta ritornare alla versione più autentica dell’opera, con scenografie che si rifanno alla Corte Imperiale Russa di quel tempo, con uno spettacolo dalla realtà storica e fantasia gotica.
La storia dell’opera
Musicata da Piotr Ilic Tchaikovsky, l’opera fu composta tra il 1875 e il 1876 e fu il primo dei suoi tre balletti. Sul libretto originale vi sono scritti i nomi di Vladimir Petrovic Begičev, direttore dei teatri imperiali di Mosca, e il ballerino Vasil Fedorovič Geltzer, ma in realtà non si hanno prove certe su chi abbia scritto realmente la trama del balletto o da dove esso derivi.
Venne probabilmente ispirata a varie fiabe popolari tedesche e russe e narra la triste storia d’amore tra il principe Siegfried e la principessa Odette, trasformata in cigno dal perfido stregone Rothbart.
La prima esecuzione avvenne nel 1877, su coreografia di Julius Reisinger, ma non venne apprezzata: con un allestimento scenico debole e una coreografia banale e insignificante, l’orchestra, il direttore d’orchestra, un semidilettante, e i ballerini si lamentavano di un’opera troppo complicata rispetto agli standard, con una partitura “complicata” e diversa dalla consuetudine.
Dopo la morte del compositore, l’opera passò nelle mani dei due coreografi Marius Petipa, che si era distinto egregiamente nella sua altra opera La bella addormentata, e Lev Ivanov. Loro modificarono la trama semplificandola: Petipa si occupò del primo e secondo atto, mentre Ivanov del terzo e quarto, definiti i cosiddetti “atti bianchi”, ovvero quella parte del balletto dove comparivano e dominavano personaggi fantastici ed eterei che venivano rappresentati dai danzatori con abiti bianchi di tarlatana o di tulle: i celebri tutù.
Il 15 gennaio 1895 avvenne il primo allestimento al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, Russia, e questa volta l’opera fu molto apprezzata ed ebbe molto successo, diventando col tempo a livello internazionale una pietra miliare del balletto classico.
La trama
Uno stile classico fiabesco con danze popolari e balli nelle atmosfere festose della corte, attimi tenebrosi e giochi di luce e ombre nell’ambiente misterioso, mistico, quasi lunare, del lago.
La trama de Il lago dei cigni è romantica e drammatica, simbolo del conflitto eterno tra il Bene e il Male: Odette e Odile, il Cigno bianco e il Cigno nero, una storia dove luce ed ombra continuano ad essere in conflitto, rubandosi la scena continuamente.

La storia parla della principessa Odette che durante il giorno è costretta ad avere le sembianze di un bellissimo cigno bianco, a causa del malvagio stregone Rothbart che le ha fatto un sortilegio poiché la principessa gli aveva rifiutato il suo amore, e del principe Siegfried che si innamora di lei e vuole salvarla.
In scena, in questo ruolo da protagonista, considerato tra i più complessi da interpretare nel mondo della danza, è l’etoile Polen Obengul, solista già da anni presso il Teatro Nazionale Romeno e riconosciuta a livello internazionale.