Una giovane studentessa di origini sudamericane, residente a Milano, è stata trovata senza vita la mattina di mercoledì 1° febbraio, alle 6.45, da un custode che stava facendo il giro di apertura degli Istituti della Iulm University di Milano, in un bagno nei pressi di alcune aule.

Nello specifico, il corpo della 19enne è stato trovato nell’edificio 5, che si trova su via Santander, un palazzo rosso di cinque piani attraverso il quale è possibile accedere anche al Giardino Iulm.
Il cadavere della ragazza, che era iscritta alla Facoltà di Arti e Turismo, è stato trovato con una sciarpa attorno al collo con l’altro capo appeso a una porta: una sorta di impiccagione.
Secondo le prime informazioni, il corpo della ragazza non presenterebbe evidenti segni di violenza. Grazie agli accertamenti medico-legali, siamo a conoscenza del fatto che la morte della giovane risale ad alcune ore prima del ritrovamento, presumibilmente la sera precedente. La studentessa non dormiva nell’ateneo ed è quindi probabile che si sia fermata oltre l’orario delle lezioni.
Secondo quanto si è appreso, dopo aver lasciato un biglietto in cui saluta parenti e amici, definendo la sua vita un fallimento, si sarebbe recata nel bagno dove ha tolto il giaccone, piegandolo, e ha lasciato a terra la borsetta. Poi, vestita, si è impiccata legando una sciarpa ad una maniglia appendiabiti.

«A 19 anni non si può morire chiedendo scusa per i propri fallimenti», commenta il collettivo universitario Cambiare Rotta. «Una nostra coetanea si è tolta la vita dentro la sua università. Un gesto estremo che conferma come questo modello di eccellenza sia un modello che uccide, come questo sistema sia fallimentare per gli studenti»
Il Senato accademico dell’Università Iulm di Milano ha deciso di sospendere le lezioni e dedicare tre minuti di silenzio in sessione d’esame “in segno di lutto” per la ragazza.