La tecnologia e il calcio sono due mondi che stanno entrando sempre di più in contatto tra loro: i supporti tecnologici della VAR e della goal line technology sono venuti in soccorso ai direttori di gara per ridurre gli errori arbitrali, e già da alcuni anni diversi allenatori sfruttano i droni per avere immagini dall’alto di partite e allenamenti, da poter analizzare.

A quanto pare però, ci sono stati altri passi in avanti, per poter sfruttare a fini calcistici anche l’AI (Artificial Intelligence), tecnologia che sta facendo grandi passi in avanti negli ultimi tempi. In particolare, diversi club stanno utilizzando l’intelligenza artificiale per supportare la propria rete di scouting (ovvero il lavoro degli osservatori per trovare giovani talenti) e per individuare buoni acquisti di calciomercato.
Il sistema più diffuso ad oggi si chiama Eyeball, e finora è stato adottato da circa 500 club in tutto il mondo. Vengono installate telecamere a 180°, in grado riprendere per intero un campo da calcio, sui campi dove si disputano le partite dei migliori campionati giovanili. Queste telecamere sono connesse ad una AI, che è in grado di individuare e monitorare ogni singolo giocatore, crearne un profilo con i dati generali come età altezza e struttura fisica, e statistiche molto dettagliate, da cui si possono dedurre con buona precisione le caratteristiche tecniche tattiche fisiche e atletiche dei giocatori. Inoltre il sistema inserisce sul profilo di ogni giocatore delle clip, ricavate dalla registrazione della partita, con le azioni in cui viene coinvolto.

Con tutte queste informazioni, Eyeball crea un vero e proprio archivio di dati, all’interno del quale i club associati possono cercare i profili più adatti, richiedendo al sistema determinati parametri, sia più generici, come età e altezza, sia più specifici con statistiche come le distanze medie percorse in campo, la velocità massima raggiunta, la quantità di palloni toccati e molti altri.
Sistemi di questo genere sono usati ad oggi principalmente dalle società calcistiche europee, attualmente le più avanzate nello sfruttamento della tecnologia. I campi più osservati da queste squadre sono quelli delle accademie africane e sudamericane: infatti queste aree, a causa della grande distanza, sono più difficili da monitorare con uno scouting “tradizionale”, dato che risulta molto dispendioso inviare i propri osservatori così lontano pagando per loro voli alloggi e spese varie, ma molto spesso in questi contenenti emergono dei veri e propri fenomeni. Grazie a sistemi come Eyeball, invece, i club possono individuare calciatori dalle caratteristiche interessanti da remoto, visionare alcune clip, e infine, se il giocatore viene ritenuto davvero promettente, proporgli un provino o osservarlo dal vivo.

Esiste una realtà italiana simile ad Eyeball, che al momento di trova in fase di sviluppo: il Bologna ha, infatti, sottoscritto una collaborazione con la startup Kama Sport, che ha avviato un progetto ancora più ampio: si stanno riunendo tutti i dati a disposizione del club, riguardanti sia il settore giovanile, sia la prima squadra, sia la rete di scouting, per archiviarli ordinatamente in una banca dati a disposizione del club che comprenda tutte e tre queste aree della società.
Tra i club più conosciuti che si sono associati ad Eyeball, ci sono Milan, Benfica e Lille, squadre che puntano tantissimo sul talent scouting per fornire giocatori di qualità a basso costo alle proprie rose. Sarà un caso che proprio questi tre club siano tra quelli che negli ultimissimi anni hanno scoperto più giovani fenomeni?
Sempre più club stanno iniziando a collaborare con società che sfruttano l’intelligenza artificiale a sostegno del calcio, e in futuro la tecnologia è destinata a ricavarsi uno spazio sempre maggiore nel mondo dello sport.