Cattiva maestra televisione

Il filosofo viennese Karl Popper, nel suo saggio “A bad teacher”, indaga l’annosa problematica dell’influenza che il mezzo televisivo ha sulla società.

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Karl Popper
Karl Popper
Tempo di lettura articolo: 4 minuti

Nel saggio “Cattiva maestra televisione”, tradotto in italiano, Popper rilevò come la televisione giocasse un ruolo principale nell’inserimento del concetto di “violenza” all’interno del tessuto sociale, contrastando ciò che il filosofo definiva “il nucleo fondamentale dello stato di diritto”, ovvero l’educazione alla non violenza. I cittadini facenti parte di una società civilizzata sono il risultato di un processo educativo, il quale viene progressivamente minato dalla potenza mediatica e, in particolare, dalla televisione

Secondo Popper, l’espediente per creare una società civilizzata risiede nella volontà e nell’impegno collettivo di ridurre la violenza, che è contraria alla libertà e quest’ultima costituisce le reali fondamenta per una sana democrazia. Ridurre la “violenza” significa per Popper rendere necessaria una sorta di “patente per fare tv”.

“Cattiva maestra televisione” di Popper edz. Feltrinelli

La libertà secondo Karl Popper 

Il filosofo viennese si esprime sul concetto di “libertà”, di diretta derivazione kantiana: infatti Kant affermava che la nostra “libertà” finisce laddove inizia quella di un altro individuo. Chiaramente, la violenza assume i connotati necessari per il verificarsi di una rottura di quell’equilibrio sociale di partenza, che si era andato a creare. Per tal ragione, la televisione, diffondendo e perpetrando modelli culturalmente scadenti e irraggiungibili, va a inquinare profondamente le basi dello stato di diritto

La televisione finisce con l’educare e, talvolta, anche indottrinare, piuttosto che informare, come, invece, dovrebbe secondo nell’ottica del pensiero liberale. Secondo Popper, il problema risiede nel fatto che la televisione non riesce a influire sull’educazione in maniera oggettiva e, quindi, senza apportare influenze o condizionamenti sulla persona e da qui deriva la definizione popperiana di «cattiva maestra»

Di ciò dovranno averne contezza tutti coloro che sono coinvolti nel fare televisione e che agiscono come educatori, dal momento che la televisione trasmette le sue immagini e i suoi messaggi anche alle fasce più giovani della società. Chiunque può scegliere di guardare o meno una determinata trasmissione e chi fa televisione deve aver ben chiaro di avere una parte importante nell’educazione e nell’influenza sulle persone

Il mezzo televisivo dovrebbe rappresentare, per sua stessa natura, una forma di libertà ma spesso se ne abusa e risulta necessario imporre una limitazionePiù una società riesce a gestire in modo consono la libertà, meno sarà necessario un controllo. Ma se, come nel caso della televisione, questo potere diventa incontrollato allora quest’ultimo va sorvegliato. 

«Non ci dovrebbe essere alcun potere politico incontrollato in una democrazia. Ora, è accaduto che la televisione sia diventata un potere politico colossale, potenzialmente si potrebbe dire anche il più importante di tutti, come se fosse Dio stesso che parla. E così sarà se continueremo a consentirne l’abuso»

Una patente per fare tv

Karl Popper in “Una patente per fare tv” denuncia il ruolo della televisione come principale portatrice di modelli poco consoni, dal punto di vista educativo e individua una soluzione per il controllo dei produttori di televisione, cioè tutti coloro che decidono quali contenuti e messaggi si possano trasmettere. Popper enuncia l’esigenza di “istituire” una sorta di vera e propria “patente” revocabile, che autorizzi a far tv solo chi supera un esame specifico


«Chiunque sia collegato alla produzione televisiva deve avere una patente, una licenza, un brevetto, che gli possa essere ritirato a vita qualora agisca in contrasto con certi principi».

La televisione oggi

Ai tempi di Popper la televisione era ancora un enigma, dal momento che era nata da poco tempo e non aveva ancora preso piede; al contrario, oggi assistiamo all’esasperazione di ciò che viene trasmesso a partire proprio da quegli anni. 

Le teorie di Popper non sono poi così avulse dalla verità. La televisione si è rivelata un potente mezzo di condizionamento degli individui sia in periodi di guerra, quando la propaganda anche tramite tv ha giocato il suo ruolo, sia quando viene considerata nell’ottica di un “diversivo” per evadere dalla noia o anche quando essa viene intesa come mezzo di comunicazione per incentivare il sistema capitalistico esasperato, nel quale ormai affondiamo, bombardati da continue pubblicità di marketing. 

La televisione ha un ruolo importante: veicola idee, opinioni e modelli culturali, talvolta, nocivi per gli stessi individui che ne sfruttano il servizio. Si pensi all’influenza della nascita dei talk show e dei reality sulla “sottocultura” odierna basata sullo svago, sulla spensieratezza e sulla poca attenzione a temi e argomenti che possano portare a una riflessione di spessore oppure a critiche verso temi scomodi. 

Un’arma a doppio taglio

Come denunciava Popper, lo strumento televisivo può diventare molto pericoloso se usato, in maniera illecita, dal potere politico per assoggettare ed imporre dei modelli prestabiliti. Ciò che ha arginato il potere incontrastato della televisione è stato l’impulso dilagante del web e di Internet, che consente, vista la pluralità di stimoli, di uscire da strade già prestabilite. Tuttavia, ogni mezzo capace di influenzare e condizionare, come teorizzava Popper, deve essere controllato rigorosamente, affinché esso stesso non abusi della libertà che dovrebbe rappresentare:

«Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione, o più precisamente non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà stato pienamente scoperto»

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Vivo a Negrar, in provincia di Verona. Frequento il liceo classico alle Stimate e scegliendo questo indirizzo mi sono resa conto del vivo interesse e la curiosità che provo nei confronti delle materie umanistiche, trovo che siano a dir poco affascinanti ed inaspettatamente legate a quella che è la modernità. Le materie che prediligo sono filosofia, storia ed epica, tanto che nel tempo libero cerco di leggere più libri possibili in riferimento a queste discipline. Pratico pattinaggio sul ghiaccio e coloro che mi conoscono sanno la passione e l’impegno che impiego per questo sport, da cui indubbiamente ho ottenuto tante soddisfazioni. Riguardo al mio futuro, mi piacerebbe svolgere un lavoro che mi renda orgogliosa e che vada a premiare tutti gli sforzi fatti.

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