Harry Belafonte è mancato lo scorso il 23 aprile a 96 anni nella sua casa dell’Upper West Side di Manhattan. Il suo nome di battesimo è Harold George Bellanfanti Jr. ed è stato uno dei più noti cantanti e attivisti dei diritti civili degli USA.
Una vita intensa e piena di soddisfazioni
Nasce nel 1927 nel quartiere Harlem di New York da genitori giamaicani. Nel 1935 si trasferisce con sua madre ad Aboukir, un villaggio in Giamaica. Nel 1939 torna a New York e frequenta la George Washington High School, dopodiché si arruola nella marina degli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale.
La sua carriera di musicista inizia alla fine degli anni quaranta, quando comincia a esibirsi in vari spettacoli collaborando anche con l’American Negro Theatre. Nel 1952 incide per la RCA Victor il suo primo singolo, Matilda. Ma il grande successo arriva prima con l’album Belafonte nel 1956 e poi con Calypso, il primo album a vendere più di un milione di copie. Nell’album è compresa anche la famosa Banana Boat Song.
Il suo impegno per i diritti civili
Durante la sua lunga carriera, oltre a interpretare vari film, mantiene un forte impegno per il riconoscimento dei diritti dei neri americani. È il primo afroamericano della storia a ricevere il Kennedy Center Honors nel 1989; successivamente riceve anche la National Medal of Arts (1994) e il Grammy Lifetime Achievement Award.
Belafonte, inoltre, fece causa ai tre figli di Martin Luther King; Icona mondiale delle lotte per i diritti civili dei neri e intimo di Belafonte negli anni caldi delle marce contro la guerra del Vietnam. Il motivo scatenante fu la richiesta di ottenere il riconoscimento del «re del Calypso» quale «proprietario legittimo» delle tre lettere sulle quali gli eredi di King stanno dal 2008 tentando di mettere le mani. I tre figli del predicatore: Dexter, Bernice e Martin Luther King III sono intervenuti cinque anni fa, quando il cantante-attivista newyorkese, stava organizzando un’asta da Sotheby’s delle tre missive per devolverne il ricavato a un’associazione di beneficenza. Gli eredi di King sostennero di essere loro i proprietari.