Approfittando della Mission Impossible?, un’iniziativa per le classi seconde superiori della scuola Alle Stimate di Verona, che prevede tre giornate dedicate al tema della carità, alcuni ragazzi hanno avuto l’occasione di visitare il Banco Alimentare di Verona.
Quella di Verona è soltanto una delle molte sedi di questa onlus, ormai molto nota in Italia e attiva sul territorio nazionale da circa 30 anni. Il Banco Alimentare di Verona ha sede in ZAI, in una struttura all’interno della quale vengono conservati i cibi che poi verranno devoluti in carità. I ragazzi sono stati accolti proprio qui da un esponente della onlus, oltre che uno dei pochi dipendenti stipendiati, Stefano De Guidi, che ha esposto loro il principale scopo del Banco Alimentare che è, come riporta il loro sito: “Recuperare le eccedenze di produzione della filiera agro-alimentare e ridistribuirle a oltre 495 Strutture Caritative che si occupano di offrire aiuti alimentari ai poveri e agli emarginati in tutto il Veneto”. Il Banco Alimentare del Veneto recupera alimenti ancora ottimi che, avendo perso valore commerciale, sarebbero destinati alla distruzione. Salvati dallo spreco, tali alimenti riacquistano valore e diventano ricchezza per chi ha troppo poco. Per questo il Banco si pone al servizio, da un lato, delle aziende del settore che hanno problemi di stock ed eccedenze perfettamente commestibili e, dall’altro, delle Strutture Caritative che distribuiscono ai propri assistiti pasti o generi alimentari in via continuativa.
Terminata l’introduzione, i ragazzi sono stati guidati in una visita per il magazzino dove hanno assistito al lavoro dei numerosi volontari che costituiscono il vero cuore pulsante di questa arteria della carità e lavorano qui ogni giorno senza chiedere nulla in cambio, accontentandosi della soddisfazione di rendere felici le persone. Della struttura ha colpito in particolare gli studenti in visita la grandissima varietà e soprattutto la quantità del cibo, che, come già detto, sarebbe stato buttato dalle stesse aziende produttrici, e il fatto che questi cibi sono gli stessi che mangiamo noi, gli stessi che possiamo incontrare in un qualunque supermercato, nessuna differenza nel gusto, ma se non fosse per il Banco Alimentare sarebbero stati scartati per problemi di confezionamento piuttosto che inesattezza della dicitura su un etichetta. In questo modo il cibo assume un nuovo valore, la vita di coloro che non si potrebbero permettere di comprare questo stesso cibo al supermercato.
Alla fine della visita alla guida è stato chiesto con quale denaro sia supportata l’iniziativa. Ha fatto piacere a tutti scoprire che ci sono anche fondi statali dietro questa onlus, oltre che donazioni private e collette, che sia l’Italia sia l’Europa, seppur con dei certi limiti, sono pronte ad intervenire in aiuto dei loro cittadini.