Dal greco “omeios” (simile) e “pathos” (malattia), la omeopatia è una cura alternativa, basata soltanto su ingredienti naturali. Il farmaco omeopatico provoca gli stessi sintomi che si vogliono curare in un individuo malato: per curare un soggetto malato, dunque, occorre trovare un rimedio che riproduca i sintomi quanto più simili in un soggetto sano. L’omeopatia è anche definita una cura che unisce mente e corpo, e che non cura la malattia, ma il malato.
Sarà forse questo il motivo per cui la gente comincia sempre di più ad abbandonare i farmaci tradizionali ed ad avvicinarsi all’omeopatia? Certamente l’idea di curarsi soltanto con ingredienti naturali senza nessun effetto collaterale fa gola, ma si può sostituirla completamente alla medicina tradizionale? In parte l’omeopatia è una buona sostituta di alcuni farmaci troppo forti come “l’oki”, ma non deve essere sostitutiva. Come nel caso del bambino di sette anni che è morto a causa di un’otite curata esclusivamente con l’omeopatia.
L’esperienza dei medici omeopati è che nella prima fase di una malattia il medicinale omeopatico ben indicato è in grado di risolvere un’infiammazione. Ma se ciò non avviene, e se il medico non riesce ad individuare la soluzione all’interno delle sue competenze omeopatiche, deve deve prescrivere al paziente tutto ciò che la medicina mette a disposizione, nel caso specifico l’antibiotico.