Il continuo cambiamento del clima, lo slittare sempre più avanti delle stagioni e il caldo precoce durante il periodo invernale hanno fatto sì che negli ultimi anni le api iniziassero l’impollinazione dei fiori decisamente in anticipo rispetto al tempo dovuto.
Non è l’unico problema: le api stanno lavorando senza sosta da troppo tempo, disordinando totalmente le loro rigorose abitudini di vita che prevederebbero di riposare nei mesi più freddi.
Questo provoca una diminuzione della quantità di polline che i fiori avranno in primavera, ovvero meno cibo per le api.
Se pensate che questo non sia un grave problema per la specie umana vi sbagliate perchè, scombussolare questo equilibrio significherebbe perdere più del 70% della nostra produzione agricola e, di conseguenza, la nostra salute ne risentirebbe parecchio.
L’aumento così esponenziale dei giorni di lavoro per questi insetti (si parla di 20/30 giorni in più) non solo provoca molto stress alle stesse api, ma compromette molto la loro salute.
Il valore dell’impollinazione in Italia:
Nel 2012 il valore della produzione agricola di mele, pere e pesche è stata di 473,48 milioni di euro, è stato valutato in 56,96 milioni di euro il valore economico dipendente direttamente dall’impollinazione per il settore mele, pere e pesche. In definitiva, il servizio ecosistemico di impollinazione contribuisce a circa il 12% (56,96/473,48) del valore della produzione agricola del settore preso in esame.
Ecco perchè è importante battersi per la salvaguardia di questa specie, da cui dipende la nostra vita e la nostra salute.