Due archeologi, Jeffrey Blomster e Victor Salazar, dopo cinque anni da un ritrovamento avvenuto nel 2015 nel sito archeologico di Etlatongo, in Messico Orientale, confermano un fatto già noto ormai da secoli. Essi trovarono infatti una grande superficie lastricata in pietra circondata da numerose gradinate ai lati, grandi metà di un campo da calcio.
Dopo numerosi studi e ricerche, scoprirono che altro non si trattava di un antichissimo stadio, nel quale 3.400 anni fa si praticava un gioco a squadre che era un misto tra gli attuali sport del calcio e del basket con l’utilizzo di una dura palla di cuoio. Scoprirono inoltre che questo gioco era molto diffuso nell’America Centrale e oltre ad attività ludica, avevo lo scopo di definire le gerarchie e i ruoli delle varie tribù della società dell’epoca. Veniva anche utilizzato per stringere alleanze tra le tribù e per esibire le ricchezze di ognuna di esse.
Le regole del gioco non sono conosciute, ma recenti ritrovamenti di statuette fanno pensare che la palla di cuoio venisse colpita con i fianchi, coperti da uno spesso cinturone. Inoltre venne scoperto che l’obiettivo del gioco era quello di lanciare la palla all’interno di un cerchio di pietra posizionato in alto.
Infine il campo nel sito di Etlatong è il secondo ritrovamento; il primo si trova a San Lorenzo, a 300 chilometri di distanza, ed è molto più recente, secondo gli studiosi risale tra il 1400 e il 1000 a.C.
Questo secondo ritrovamento confermerebbe quindi l’esistenza di altri stadi simili, sparsi in tutta l’America Centrale, che aspettano ancora di essere scoperti.
È comunque molto difficile scoprire tutti i dettagli di questo gioco e della cultura a cui apparteneva, che rimarranno per sempre segreti.