“Corona”, primo film sul Covid-19

Presto disponibile in streaming il primo film sul coronavirus girato in pochi giorni a febbraio.

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Si chiama “Corona” ed il primo movie ispirato all’emergenza Covid-19. Il film è ambientato in un ascensore rimasto bloccato: cosa accadrebbe se nascesse il sospetto che una delle sette persone intrappolate potrebbe avere il coronavirus?

Il regista di questo film thriller psicologico, della durata di 63 minuti, è l’iraniano Mostafa Keshvari che vive in Canada, a Vancouver. Il regista ha firmato il suo primo lungometraggio nel 2018 “Unmasked” che tratta di un’immigrata musulmana che si iscriveva di nascosto a una scuola di recitazione; anche questo suo nuovo film affronta il tema del pregiudizio.

Come afferma al New York Times: «Parla di paura, è uno studio sulla società, le persone e le scelte morali». L’idea gli è venuta in mente leggendo le notizie degli attacchi che i turisti cinesi ricevevano per la paura legata al virus, inizialmente nominato virus cinese.

Il trailer del film Corona

Il regista ha iniziato a lavorarci a inizio gennaio, in due settimane ha scritto la sceneggiatura e in dieci giorni è stato creato il set; egli stesso afferma: «Abbiamo affittato uno spazio e ci abbiamo costruito un ascensore, Corona è un ultra low budget».  

Il film inizialmente era destinato ai festival, ma ora con l’aggravarsi della pandemia l’unico modo per diffonderlo è lo streaming. Come afferma infine il regista si tratta di un film che appartiene all’umanità.

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Sono una ragazza di quindici anni proveniente da Ronco all’Adige. Frequento la V ginnasio del liceo classico alle Stimate che ho scelto perché fin da piccola mi ritengo più portata per le materie umanistiche. Sono desiderosa di scoprire le cosiddette lingue morte che, secondo me, possono far capire meglio la vita di tutti i giorni. Sono curiosa, determinata, raramente mollo anche se a volte mi arrabbio con me stessa, perché le cose non sono andate come desideravo. Pratico danza classica da quando avevo quattro anni e nel mio tempo libero (praticamente inesistente) mi piace incontrare i miei amici e ascoltare buona musica. Non so precisamente cosa vorrò fare in futuro, a volte mi vedo con il camice in sala operatoria come chirurgo, a volte in un’azienda con compiti direttivi. Sarà solo il tempo a darmi una risposta.

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