Con il Covid-19 le persone non possono uscire di casa, e il monte Carega è deserto. Approfitta, invece, dell’insolita pace un orso bruno diventato famoso negli ultimi tempi: M49 Papillon.
Quest’orso di quattro anni d’età e circa 150 chili di peso ha preso il soprannome di “Papillon” dal galeotto protagonista dell’omonimo film del 1973. Il plantigrade, infatti, è sfuggito innumerevoli volte a recinti e trappole, ed è inoltre si è reso protagonista di numerosi episodi di danneggiamento ad animali domestici e cose. È l’unico degli 82-93 orsi della colonia che popola il Trentino ad essere “problematico”, nonostante non abbia mai attaccato esseri umani.


Lo scorso 10 aprile è stata segnalata la presenza di M49 sul Carega, e si è scoperto che ha fatto visita al rifugio Fraccaroli. Letteralmente. Ha infatti scardinato la porta d’ingresso del rifugio, rompendo anche alcuni vetri, e ha pure sfondato la porta del bivacco invernale e divelto una porta tagliafuoco, dando prova di straordinaria forza fisica. Probabilmente si è anche ferito frantumando una finestra, dal momento che sono state rinvenute tracce di sangue.
Infatti l’orso bruno europeo non è da confondersi con gli orsetti dei cartoni animati quali Yoghi o Winnie The Pooh. È infatti uno degli animali più pericolosi in Italia, se non il più pericoloso. Se lo si incontra faccia a faccia affamato, spaventato o in presenza di cuccioli, rimane solo da chiudere gli occhi e pregare. Può infatti arrivare a pesare fino a 250 chili e, nonostante le dimensioni, correre a più di 45 chilometri orari.
“L’orso più ricercato d’Italia” è stato avvistato anche presso il rifugio Scalorbi, per fortuna non “espugnato”, dove se ne stava sdraiato nella neve.
Si pensa che adesso abbia sconfinato in Veneto e non si ritiene che sia necessario abbatterlo, dal momento che non ha causato danni fisici a persone e si è avvicinato al rifugio solamente per l’assenza di persone.