Coronavirus, Soyuz MS -15 rientra sulla Terra

Il Coronavirus non ferma il rientro della missione Soyuz. Dopo 6 mesi di missione, la navicella Soyuz MS-15 ha riportato i tre astronauti coinvolti sulla Terra,facendoli atterrare nelle steppe del Kazakistan. Tutto questo mentre il mondo è in piena pandemia di Coronavirus.

I tre astronauti al loro ritorno
Tempo di lettura articolo: 3 minuti

L’emergenza Coronavirus non ferma la missione russa Soyuz MS-15. I tre astronauti coinvolti sono atterrati il 17 aprile in Kazakistan, in mezzo alle steppe. Più precisamente, a 147 chilometri a sud-est di Jezkazgan, città di circa 86.000 abitanti (secondo i dati del 2009).

A bordo c’erano il russo Oleg Skripochka e i due americani Andrew Morgan e Jessica Meir, quest’ultima protagonista, assieme alla collega Christina Koch, della prima passeggiata spaziale tutta al femminile che si è svolta il 18 ottobre 2019 .

Una foto dei membri dell’equipaggio della Expedition 62 della Soyuz MS-15

Una strana atmosfera

All’atterraggio, avvenuto alle 07:19 circa di venerdì 17 aprile, i tre hanno trovato un’atmosfera “decisamente surreale”, come ha detto l’americana Meir all’arrivo.

La stessa Meir ha poi proseguito dicendo: «Probabilmente mi sentirò più isolata qui sulla Terra che nello spazio». Gli astronauti hanno ricevuto anche il benvenuto del capo della NASA, Jim Bridenstine.

Le procedure adottate per il ritorno degli astronauti sono state inevitabilmente più lunghe, per via delle forti restrizioni ai viaggi anti-Coronavirus. Come ulteriore precauzione le squadre incaricate dell’accoglienza degli astronauti hanno dovuto indossare indumenti protettivi e mascherine.

Soyuz MS-15, il ritorno in patria

Per l’emergenza Covid-19, anche il luogo da cui sono partiti i tre astronauti per fare ritorno nei loro Paesi di residenza è stato modificato.

Qui viene presentata la fase di atterraggio della Soyuz MS-15, con a bordo i tre astronauti Skripochka, Meir e Morgan

Infatti l’aeroporto utilizzato di solito, quello di Karaganda, è chiuso, come altre centinaia di scali nel mondo, per limitare il contagio. Per questo motivo, Skripochka è tornato in Russia a bordo di un aereo che è partito dal cosmodromo di Baikonur, utilizzato per i lanci verso la Iss, la Stazione Spaziale Internazionale.

I due della Nasa, invece, sono tornati negli USA a bordo di un aereo partito dalla città di Kyzylorda, dopo averla raggiunta in auto.

Il ritrovo con l’equipaggio della Soyuz MS-16

Prima di partire verso la Terra, i tre erano già in compagnia degli astronauti della Soyuz MS-16, partita il 9 aprile alle 10.05 ora italiana. A bordo vi erano l’americano Chris Cassidy e i russi Anatoly Ivanishin e Ivan Vagner, giunti in orbita a bordo della capsula Soyuz.

Il viaggio è giunto al termine dopo circa sei ore. L’emergenza globale Covid-19 non lo ha impedito, ma lo ha fatto iniziare in maniera decisamente insolita, senza il saluto di amici e parenti e con un pubblico ridotto a causa delle norme di distanziamento sociale.

L’aggancio è avvenuto senza problemi alle 18:13 ora italiana. Dopo due ore di attesa,si è aperto il portello della Stazione spaziale seguito da quello della Soyuz. I tre astronauti hanno ricevuto un’accoglienza calorosa da parte dei colleghi di bordo, con stretti abbracci e calorose strette di mano.

Soyuz MS-15, il passaggio di consegne

Mercoledì 15 aprile si è svolta la cerimonia del passaggio di consegne: il comandante Oleg Skripochka ha passato il testimone al nuovo comandante Cassidy.

L’equipaggio della missione Soyuz MS-16. Da sinistra Chris Cassidy, Anatoly Ivanishin e Ivan Vagner

Quarantott’ore dopo è stato di nuovo il momento dei saluti, perché i tre sono ripartiti con direzione Terra a bordo della loro navicella Soyuz MS-15.

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Ho diciassette anni e mi piace camminare in montagna e osservare la flora e la fauna dei luoghi che visito. Amo leggere e il mio genere preferito è il fantasy: leggo spesso libri di Tolkien come “Il Signore degli Anelli”. A volte leggo anche romanzi gialli e romanzi storici, dato che una delle mie materie preferite è proprio la storia; mi piacciono tanto anche le altre materie. Suono il pianoforte, mi piace nuotare e sono uno scout. Ho la passione della fotografia e io e la mia macchina fotografica siamo pressoché inseparabili: ogni volta che andiamo in vacanza o che facciamo una semplice passeggiata, la porto sempre con me, perché non si sa mai cosa si può fotografare di bello. Ho scelto il classico perché mi piacciono le materie classiche e nella mia famiglia è quasi una tradizione. Abito a Castel d’Azzano. Sono una persona gentile, altruista e comprensiva. Da grande mi piacerebbe fare lo storico anche se ho anche altri progetti.

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