La fatica di stare sempre davanti ad uno schermo

Parlare con una persona davanti ad uno schermo può sembrare facile per noi, ma per il nostro cervello è un'impresa.

zoom fatigue
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«E’ quasi come se ti facessi prendere di più dall’emotività perché sei solo in un piccolo riquadro su uno schermo. – dice il professore di religione Eichler Levine che insegna alla Lehigh University in Pennsylvania -Sono così stanco».

Lui e tante altre persone, in questo momento eccezionale, stanno sperimentando la didattica a distanza tramite le chiamate online; questo però, oltre che ha dimostrare quanto siano indispensabili internet e i dispositivi elettronici per noi, ha creato un nuovo problema.

Il termine gergale “Zoom fatigue” o “Fatica da Zoom” è ciò che esprime al meglio quello che sta accadendo ora. Questo improvviso lockdown ha costretto tutti noi a trascorrere la maggior parte del giorno davanti ad uno schermo, e ciò ci ha fatto scoprire che le interazioni virtuali possono essere estremamente difficili per il cervello.

Quando parliamo con una persona dal vivo, faccia a faccia, il nostro cervello non si concentra solo sulle parole, bensì ci sono altri numerosissimi segnali sui quali noi facciamo attenzione, come il comportamento, le emozioni e lo sguardo di colui o colei che ci è davanti. Di fronte ad uno schermo, però, questi nostri istinti naturali non riescono ad essere utilizzati, così la nostra testa deve concentrarsi intensamente e costantemente sulle parole.

L’incapacità nel vedere questi “segnali” costringe il cervello a tentare di decodificare così tante persone da essere sopraffatto da stimoli non familiari, e ciò causa un affaticamento e provoca stanchezza.

Informazioni prese dall’articolo del National Geographic.

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Frequento la classe V Ginnasio alla scuola “alle Stimate”, a dicembre compio 15 anni e vengo da Ca’ di David, fuori Verona. Ho scelto il liceo classico perché le materie umanistiche mi hanno sempre affascinata, in particolare il greco ed il latino che prima conoscevo solo perchè le avevo sentite nominare; ora mi hanno aperto la mente, la filosofia di queste due lingue è incredibile, ti fa vedere un altro lato delle cose che ti circondano tutti i giorni. Le mie passioni sono il teatro e la danza, infatti pratico hip-hop, che mi diverte un sacco, mi aiuta a lasciarmi andare e a sfogarmi dopo lo studio. Il teatro invece mi aiuta molto per me stessa, quando ero più piccola ero molto timida, faticavo ad aprirmi con le altre persone se non erano loro a fare il primo passo, ora invece sono molto più estroversa e sicura di me, il palco mi ha aiutata molto.

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