Nei confronti della pandemia, la sanità occidentale o dei paesi ricchi utilizza un approccio orientato alla prevenzione. Si cerca di limitare al massimo la diffusione del virus attraverso il distanziamento sociale, il lavaggio delle mani assieme all’utilizzo di mascherine e guanti, la sanificazione dell’ambiente e con test per la diagnosi precoce, in modo da isolare i pazienti.
L’Occidente mira a vaccinare tutta la popolazione, ma ci saranno le risorse per farlo anche con i paesi più poveri?

Nei paesi a bassissimo reddito e con condizioni economiche, sociali e politiche particolarmente gravi, il distanziamento sociale è considerato un lusso. Infatti, migliaia di persone vivono in baraccopoli talmente ammassate che la protezione dal droplet dei vicini di baracca è impraticabile.
In questi paesi manca anche l’assistenza sanitaria più elementare e addirittura risorse come acqua incontaminata o cibo ben conservato non sono da dare per scontate.
I loro abitanti non hanno quindi altro da fare che sottomettersi al virus.
Purtroppo, anche di fronte ad un’emergenza umanitaria come la pandemia da Covid 19, nascere in Occidente rispetto che in un paese sottosviluppato vuol dire avere la possibilità di curarsi o meno. A questo spesso non pensiamo, ma non possiamo far sì che la distribuzione così iniqua delle risorse passi inosservata anche oggi.
