Sabato sera il razzo Falcon 9 ha superato non solo la rampa di lancio del Kennedy Space Center, ma anche le condizioni meteorologiche sfavorevoli.
La navicella Crew Dragon, della Space X, compagnia del magnate Elon Musk, è stata lanciata alle 15,22 in Florida per la missione “Demo 2”.
L’America ritorna quindi autonoma nei voli spaziali con astronauti. Circa nove anni dopo in seguito all’ultima missione spaziale di uno Space Shuttle, l’Atlantis, in quell’occasione composto di un modulo tutto italiano, una navicella targata tutta USA ha finalmente riportato in orbita due statunitensi.
Questo può sicuramente sembrare molto strano, per una potenza dello spazio come gli Stati Uniti.
Infatti per nove lunghi anni gli astronauti americani e tutti gli altri che cooperano per il programma dell’ISS (compresi quelli dell’Italia e degli altri stati europei) hanno utilizzato per le spedizioni spaziali le navicelle della Russia, vecchio nemico statunitense.
Le navicelle Soyuz, che, pur essendo un po’ vecchie, sono sicure e affidabili. Per questo lancio la base di lancio è stata la stessa da dove sono partite le storiche missioni Apollo e Shuttle, mentre la struttura di lancio è stata del tutto innovativa.
I due astronauti hanno viaggiato con una velocità massima di 28.000 chilometri orari, per poi atterrare sull’ISS alle 16.30 ora italiana(10.30 in Florida).
I due resteranno sull’ISS per tre mesi, portando il numero degli astronauti sulla stazione spaziale a cinque, dopo il ritorno sulla Terra degli astronauti Meir, Morgan e Skripochka, avvenuto in aprile.
Ad ottobre il numero aumenterà con il lancio della prossima Sojuz da Bajkonur.Secondo la NASA, se questa spedizione si concluderà con successo, la seconda missione della Crew Dragon potrà partire ad agosto o settembre.
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