Domenica 4 ottobre, a causa Covid-19, se n’è andato il famoso stilista giapponese Kenzo Takada. Aveva 81 anni. Lo ha reso noto un portavoce di K3, spiegando che il designer si trovava all’ospedale americano di Neully-sur-Seine il giorno in cui si è spento.
Kenzo nacque il 27 febbraio 1939 a Himeniji, una cittadina nella regione del Kansai. Nonostante avesse un interesse per la moda sin da quando era piccolo, a 18 anni si iscrisse all’università di Kyoto per studiare letteratura, ma successivamente decise di abbandonare gli studi dopo un anno e iscriversi al Bunka Fashion College di Tokyo, celebre scuola di moda giapponese fino a quell’anno aperta solo alle donne, lui fu il primo studente maschio.
Nel 1960 iniziò a produrre abiti da ragazza per i grandi magazzini di Sanai. Kenzo fu il primo stilista giapponese a stabilirsi a Parigi nel 1964, dove sviluppò tutta la sua carriera raggiungendo la fama internazionale.
Kenzo amava i fiori, i motivi animalier, i colori saturi, che mescolava ad libitum in un liberatorio put-together. Iniziò come free lance, ma poi finalmente riuscì ad aprire la sua prima boutique nel 1970 a pochi kilometri dal Pais Royal, ribattezzata non a caso Jungle Jap, ed era un incrocio tra figli dei fiori e febbre del sabato sera, tema ispirato dalla sua abilità nel mescolare l’impensabile.
Nel 1983 lanciò la collezione uomo, e successivamente creà la sua linea di profumi. Nel 1988 arrivò il primo, Kenzo de Kenzo, anche se il best seller del brand, Flower by Kenzo, venne lanciato nel 2000.
La scomparsa dello stilista ha lasciato naturalmente un enorme vuoto nel cuore di tutte le persone che gli volevano bene che l’avevano visto crescere, come i suoi familiari, ma non solo, è sicuramente molto doloroso anche per tutti coloro che lo seguivano in ambito della moda e che lo stimavano per il successo ottenuto.
«Penso fosse un grande designer e una gran bella persona» ha dichiarato Toledano, designer di una delle marche francesi più famose. Il brand è dal 1993 di proprietà del gruppo LVMH, Moet Hennessy Louis Vuitton, ma, il celebre design ha sempre continuato a sostenerlo: la sua assenza all’ultima sfilata si spiega infatti con l’aggravarsi delle sue condizioni.
Nel 1993 rimase per altri 6 anni alla guida del marchio, per poi ritirarsi nel 1999. Quest’anno, il portoghese Felipe Oliveira Baptista gli era succeduto alla guida creativa.