Mascherine, guanti e altri dispositivi monouso non biodegradabili finiscono a migliaia nelle discariche, nei corsi d’acqua e nei mari da quando la pandemia è iniziata.
Una ricerca dell’associazione francese Opération Mer Propre (Operazione Mare Pulito) ha stimato che il mare è attualmente popolato «più da mascherine che da meduse».
Nonostante il lockdown abbia diminuito considerevolmente l’inquinamento nell’aria questa nuova minaccia ha fatto sì di azzerare ogni piccolo progresso ottenuto dallo stop dei mezzi durante i mesi di quarantena. Dati preoccupanti giungono dalle varie organizzazioni per l’ambiente come ha fatto notare l’OMP: «se anche solo l’1% delle mascherine fosse smaltito in modo non corretto, questo significherebbe ogni mese 10 milioni di questi dispositivi dispersi nell’ambiente».
«Con tutte le alternative che abbiamo – ha aggiunto Joffrey Peltier – la plastica non può essere la soluzione per proteggerci da COVID-19».
Ci sono tante alternative più sostenibili delle mascherine monouso e dei guanti in plastica e dovrebbe essere una delle priorità governative sensibilizzare le persone sull’argomento.
Scegliere mascherine di stoffa, lavarsi più spesso le mani e non gettare mascherine e guanti per terra sono solo alcune delle procedure che ognuno di noi può adottare quotidianamente per migliorare la situazione e richiedono uno sforzo minimo, quasi nullo.
Impegnandoci tutti in queste semplici azioni potremmo salvaguardare gli ecosistemi marini almeno da questa minaccia.