A settembre di quest’anno i passeggeri contati sui voli internazionali sono stati meno del 70% rispetto al 2019, percentuali mai cosi negative dal 1995, quando le tratte aeree erano limitate. Il Covid ha infatti portato a molti cambiamenti per il mondo, primo tra questi, la diminuzione dei voli.
Alitalia, maggiore compagnia aerea italiana, nell’ultimo periodo, ha proposto un’iniziativa, che pone l’attenzione sia sul virus che sul desiderio di viaggiare che accomuna molte persone.
E’ atterrato il 7 dicembre, all’aeroporto di Fiumicino, il primo tra i tre voli settimanali “Covid-tested”, che era decollato da New York con 100 passeggeri risultati tutti negativi al virus grazie al tampone molecolare, effettuato sia nell’aeroporto della Grande Mela che in quello della capitale.
Durante il volo tutti i passeggeri hanno sempre indossato la mascherina. Atterrati, si sono sottoposti quindi ad un’altro tampone in un corridoio creato appositamente nell’aeroporto di Fiumicino. Sono risultati ancora negativi e quindi non saranno obbligati a mettersi in quarantena.
I voli, prima di questo nuovo progetto di Alitalia, obbligavano il passeggero ad effettuare il tampone 48 ore prima della partenza e a mettersi in quarantena una volta tornato. Questa nuova iniziativa ha modificato però tali procedure.
La novità consiste infatti nel tampone rapido, che viene effettuato sia nell’aeroporto di partenza che in quello di arrivo. In questo modo il passeggero non è più obbligato alla quarantena una volta tornato a casa se l’esito del tampone risulterà negativo.
Nell’ultimo periodo queste nuove procedure sono state applicate anche nelle tratte aeree da Roma a Milano.
Si pensa quindi che questo certificato di negatività al coronavirus potrebbe diventare il lasciapassare per tornare a viaggiare e risollevare le sorti del turismo, anche se ora è consentito solo alle persone che hanno motivi o urgenti o di lavoro.