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Il 20 gennaio scorso, la piccola Antonella Sicomoro, dieci anni, di Palermo, ha perso la vita presumibilmente a causa della “sfida” estrema che corre sui social, in particolare su TikTok, denominata “Blackout Challenge”.

Questo macabro rito che spopola tra i giovanissimi consiste nel legarsi attorno al collo una cintura e riuscire a rimanere senza respirare per il maggior tempo possibile. Il problema però sta nel fatto che senza ossigeno il nostro corpo non può funzionare e si rischia di finire per svenire senza quindi avere più modo di slegare la corda, ed è proprio questo ciò che potrebbe essere successo alla bambina.

Secondo le prime ricostruzioni, la bimba aveva chiesto una cintura al padre e, dopo aver cenato, si era diretta in bagno con la scusa di fare la doccia da sola, cosa molto strana poiché era solita farla con la sorellina più piccola, con la quale era molto legata, portando con sé il telefono e, appunto, la cintura. Poco dopo è stata ritrovata a terra dai genitori con la cintura stretta al collo. In casa sono accorsi anche gli zii, che abitano nello stesso condominio, e lo zio ha iniziato a praticare la respirazione bocca a bocca, mentre gli altri tentavano di chiamare il 118. I famigliari hanno dunque deciso di prendere l’auto e correre in ospedale, dove però poco dopo la piccola è spirata.

L’icona dell’applicazione TikTok

Proprio per il suo decimo compleanno le era stato regalato il suo primo telefonino e si era subito immersa nel mondo dei social, creando decine di profili su Facebook, Instagram e TikTok. Pubblicava foto e video in cui ballava e cantava, era appassionata di video tutorial di trucco e di acconciature per i capelli.

Il padre Angelo Sicomoro la descrive come una bambina solare e vivace e poi continua: «Non avevo motivo di controllare il cellulare di mia figlia, perché lei era una bambina trasparente e non aveva segreti con noi. Siamo una famiglia semplice e ci si è sempre aiutati fra di noi». Al momento il telefono è ancora bloccato poiché il codice di accesso era conosciuto solo da lei, ma un tecnico informatico è al lavoro per sbloccarlo, cosa che consentirà sicuramente di avere dettagli più certi.

I genitori hanno inoltre scelto di donare gli organi della piccola ad altri bambini: «Abbiamo scelto di dire sì alla donazione perché nostra figlia avrebbe detto “sì, fatelo”. Era una bambina generosa. E visto che non potevamo averla più con noi, abbiamo ritenuto giusto aiutare altri bambini». Per di più, a seguito di questo tremendo avvenimento, il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto il blocco degli account presenti sulla piattaforma TikTok dei quali l’età anagrafica non sia stata accertata, intanto almeno fino al 15 febbraio.

Purtroppo, Antonella non è stata la prima, sono infatti noti molti altri casi di sfide estreme sui social degli anni passati come la “Blue Whale Challenge”, la “Fire Challenge” e il “Knockout Game”, e non sarà l’ultima perciò dobbiamo tutti impegnarci a rendere le piattaforme social un posto sicuro e non lasciare a bambini così piccoli la possibilità di scoprire questo mondo troppo presto, perché ovviamente non si possono rendere conto della pericolosità che si nasconde dietro.

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Ho quindici anni, vivo in provincia di Verona e frequento la V Ginnasio al liceo classico dell’istituto “Alle Stimate”. Ho scelto questo tipo di scuola perché mi sono sempre piaciute le materie umanistiche e in modo da essere ben preparata per l’università e avere aperte quante più porte possibili per il futuro. Non pratico nessuno sport, ma nel tempo libero mi piace molto uscire con i miei amici, ascoltare la musica e guardare serie tv o film. Adoro viaggiare, soprattutto all’estero, per poter esplorare paesi in cui non sono mai stata e imparare cose nuove conoscendo diverse culture e tradizioni. Per il futuro non ho ancora un’idea ben precisa di cosa farò, ma spero di riuscire a trovare una strada che mi permetta di fare spesso viaggi.

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