Donare sangue, donare vita

In questi giorni abbiamo intervistato Fausto Bressan, responsabile del Dipartimento di Medicina Trasfusionale di Verona, riguardo all'importante argomento delle donazioni di sangue.

Tempo di lettura articolo: 5 minuti

In questi giorni abbiamo intervistato il dottor Fausto Bressan, responsabile del Dipartimento di Medicina Trasfusionale di Verona, in merito all’attività trasfusionale in tempo di Covid e soprattutto alla donazione di sangue.

Siamo subito partiti con una domanda generale, ma per niente scontata: “Cos’è la donazione di sangue e che scopo ha?”. Il dottor Bressan ha risposto in modo esaustivo, spiegandoci che questa attività sanitaria è fondamentale per la salute di molte persone ammalate la cui vita dipende dalla trasfusione

La donazione di sangue come atto di generosità nei confronti di chi soffre

La donazione di sangue, e quindi la trasfusione, è una pratica in uso da più di cento anni; le modalità di prelievo, conservazione e le indicazioni si sono evolute grazie alla ricerca scientifica.

Le malattie che si avvalgono della terapia trasfusionale sostanzialmente sono quelle che comportano anemia; in particolare si possono classificare in tre categorie: forme acute, pensiamo agli incidenti stradali, gli infortuni sul lavoro e i traumi, oppure malattie croniche che nel tempo comportano anemizzazione, ad esempio trapianti, malattie ematologiche dell’anziano e trattamenti con chemioterapia, e per ultimo le malattie congenite tipo la talassemia major.

Il sangue è fatto di cellule che nuotano nel plasma, queste cellule sono i globuli rossi, le piastrine e i globuli bianchi. Nei centri trasfusionali si è in grado di separare queste componenti con mezzi fisici quali la centrifugazione: «Con i concentrati di globuli rossi curiamo le anemie, con le piastrine le malattie che altrimenti comporterebbero emorragia. Il plasma, invece, ci permette di trattare una serie di patologie che necessitano dei singoli componenti che l’organismo del paziente non riesce a produrre»

«C’è un mondo di patologie che la donazione permette di curare e supportare. Oggi questo tipo di cura è diventato indispensabile: senza i donatori, che sono alla base delle trasfusioni, gli ospedali non potrebbero funzionare e dare vita e speranza ai malati ricoverati. Ancora oggi non c’è un sostituto artificiale del sangue»

Chi è il donatore ideale

(minuto 4.53 del video)

Passando alle caratteristiche del donatore, Il Dottor Bressan ci spiega che in primis deve essere una persona sana

Un vampiro che dona il sangue

I parametri considerati per la sua selezione sono stabiliti dalla legge: deve avere un’età compresa tra i 18 e i 65 anni, e non deve presentare patologie particolari né stili di vita rischiosi, come l’uso di alcool e droghe o comportamenti sessuali a rischio.

Questa selezione è importante, perché da una parte tutela la salute del donatore di sangue per non esporlo a rischi, dall’altra rappresenta una fondamentale garanzia di sicurezza per chi riceve tale dono.

«Nella donazione di sangue noi consideriamo un doppio aspetto: la sicurezza del donatore e la sicurezza del paziente»

L’attività trasfusionale in tempo di Covid

(minuto 9.03)

Inizialmente si è registrato un crollo delle donazioni, perché le persone avevano paura del contagio in ospedale; fortunatamente, però, il calo di donazioni è stato compensato da un calo delle necessità e delle richieste di sangue, perché durante il lockdown gli incidenti stradali e i traumi sul lavoro si sono quasi azzerati.

Le associazioni Avis, Asfa e Fidas, così come il Centro Nazionale Sangue, hanno aiutato moltissimo nel convincere i donatori che i Centri Trasfusionali erano luoghi sicuri.

A settembre le attività del servizio trasfusionale sono riprese regolarmente, ovviamente con le precauzioni e le misure adatte, tanto che in questi ultimi mesi il ritmo delle donazioni è paragonabile a quello pre-Covid.

Il saliscendi che ha caratterizzato il 2020 si è quindi concluso con la fine dell’anno.

Le associazioni di donatori

(minuto 15.52)

Nella nostra scuola, il liceo alle Stimate, ha sede una sezione di donatori Fidas Stimate. Abbiamo chiesto al dottor Bressan che scopo hanno e cosa rappresentano queste associazioni di volontari.

Logo della sezione Fidas alle Stimate

Le associazioni di donatori sono una realtà importante, spiega il nostro intervistato, nell’ambito della disponibilità di sangue per gli ospedali perché hanno ruolo di tramite, di collegamento tra il cittadino potenziale donatore e il centro trasfusionale dove si svolge la donazione.

L’attività delle associazioni è quella di promuovere e far conoscere la donazione attraverso pubblicità, riunioni e assemblee nelle scuole, nei luoghi di lavoro e in concomitanza a eventi sportivi, musicali…

Attraverso un continuo contatto con chi è già donatore, le associazioni assicurano la continuità delle donazioni e garantiscono un numero sufficiente di sacche di sangue raccolto; oltre che portare nuovi volontari donatori, fanno sì che anche quelli che già donano mantengano la loro periodicità.

Ricordiamo che la donazione è volontaria, gratuita e il più possibile costante e periodica come garanzia della qualità e quantità del sangue donato.

Le domande dei ragazzi

(minuto 18.43)

Per l’ultima parte della nostra intervista abbiamo pensato fosse utile riservare uno spazio alle domande, ai dubbi e alle curiosità dei giovani che tra qualche anno potrebbero scegliere di diventare donatori:

La donazione fa male? Quanto dura?

L’impatto con l’ago non si può eliminare e spesso rappresenta uno dei motivi per cui una persona scarta l’idea di diventare donatore. 

«L’ago c’è e l’ago rimane, però posso dire che una volta vinto il primo impatto si diventa grandi, bisogna vincere le paure e crescere anche negli impegni sociali, questo è uno dei più importanti. I donatori a volte me lo dicono, ma poi vedo che ritornano» dice il dottor Bressan.

La donazione di sangue può essere dolorosa solo quando l’infermiere mette l’ago nella vena, ma non per tutta la durata della procedura, che in ogni caso dura dai 5 agli 8 minuti

Inoltre non c’è alcun rischio di contaminazione perché viene usato materiale sterile e monouso, quindi la certezza di sicurezza è assoluta.

Ogni quanto si dona? E quanto sangue?

(minuto 24.04)

Nell’ottica della salute del donatore, la legge stabilisce delle regole per donare: fatta una donazione bisogna aspettare 90 giorni prima di effettuare la successiva (per le donne in periodo fertile, quindi prima della menopausa, ogni 6 mesi), il donatore deve pesare almeno 50kg e avere una buona pressione, la quantità di sangue prelevabile è di 450 ml.

L’attuale tecnologia inoltre ci mette a disposizione altre donazioni parallele a quella di sangue, come ad esempio la donazione di plasma o delle componenti singole, che risultano eventualmente più leggere.

Non tutti possono donare il sangue, un ragazzo col diabete può?

(minuto 25.46)

Un ragazzo con il diabete può donare nel caso in cui non sia insulina dipendente, come spesso accade nelle persone giovani.

Se invece fosse un diabete tipico dell’adulto, in cui non si fa uso di insulina e la malattia viene controllata solo con la dieta o con terapia antidiabetica orale, il donatore viene accettato, purché la glicemia abbia valori normali.

Cosa deve fare un ragazzo per donare la prima volta? Deve prenotarsi? Lo fate donare già dopo la prima visita?

(minuto 27.11)

Da un punto di vista pratico, un giovane che vuole diventare donatore si può rivolgere ad una associazione nel territorio dove vive, che fa da tramite, oppure può chiamare direttamente l’ufficio di chiamata inter-associativo di Verona e Provincia al numero 0442622867 e prenotare la prima visita.

Nel momento in cui si arriva in ospedale si compila una modulistica dove si indaga lo stato di salute e le abitudini di vita del potenziale donatore; questa intervista viene poi completata in ambulatorio dal medico con una visita

Se dal colloquio non emergono problemi, si procede ad un esame del sangue e a questo punto l’aspirante donatore verrà contattato in un secondo momento, quando saranno pronti gli esiti degli accertamenti. 

Arriverà a casa una lettera che gli comunicherà la sua idoneità o meno, in caso di risposta positiva il donatore dovrà chiamare nuovamente l’ufficio appuntamenti e programmare una data per la sua prima vera donazione di sangue a distanza di un mese da quando ha fatto gli accertamenti come aspirante.

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