Al giorno d’oggi il numero di ebrei sopravvissuti ai campi di concentramento sta diminuendo, ma non per questo bisogna dimenticare ciò che questo popolo ha subito durante il periodo della II Guerra Mondiale.
Oggi vi vogliamo raccontare la storia di Vittore Bocchetta, un ebreo vissuto per 102 anni e che negli anni passati in Italia si è dedicato con grande impegno a preservare il ricordo dell’olocausto, raccontando la sua esperienza a moltissime persone, tra cui studenti, insegnanti, ma anche gente comune; ha scritto diversi libri, articoli su giornali e riviste e addirittura realizzato delle sculture, alcune custodite nei campi di concentramento in cui ha vissuto.

Un po’ di storia
Vittore Bocchetta, nato nel 1918, è stato uno dei testimoni della lotta contro il fascismo a Verona, pur essendo sardo di origine.
Fece parte sia del primo che del secondo comitato di liberazione nazionale. I fascisti lo fermarono nel novembre 1943 per poi arrestarlo definitivamente assieme agli altri membri del comitato nel luglio 1944.
Dopo che i carcerieri lo ebbero torturato, lo consegnarono alle SS, che lo deportarono a settembre 1944 nel campo di concentramento di Flossenbürg e poi lo internarono nel lager di Hersbruck.
Dopo l’evacuazione del lager, durante “la marcia della morte”, riuscì a fuggire e rientrò a Verona all’inizio di luglio del 1945.
Nel dopoguerra decise di emigrare prima in Argentina, poi in Venezuela e infine negli Stati Uniti, dove ottenne la docenza universitaria.
Nel 1991 l’Università di Chicago gli ha conferito un riconoscimento per il contributo alle lettere e all’arte. Al suo rientro a Verona, per difendere le proprie memorie, ha pubblicato parecchi saggi di carattere storico-letterario.
Le sue testimonianze alle scuole medie Betteloni
Dal 2013 fino alla sua scomparsa Bocchetta, in occasione della Giornata della Memoria, ha sempre raccontato ai ragazzi delle Betteloni la sua esperienza, impressionandoli con le sue semplici parole.
Spesso non siamo in grado di capire adeguatamente come le persone che sono state trattate in modo disumano, talvolta per motivi veramente futili, abbiano vissuto tali momenti della propria vita.
Vittore Bocchetta ha saputo tener vivo il ricordo dell’olocausto con le sue profonde testimonianze agli studenti, diventando un amico per ognuno di essi.

Colpisce la sua grande forza di volontà, coerenza, onestà e soprattutto l’amore per la libertà, che ha ricercato durante tutta la vita, senza mai scoraggiarsi.
Tutti questi aspetti hanno impressionato molto quelli che l’hanno incontrato e hanno ascoltato la sua esperienza.
Con la sua scomparsa, la città di Verona ha perso parte della propria “memoria vivente”. C’è la consapevolezza che chiunque abbia avuto la possibilità di conoscerlo, manterrà sempre vivo nella propria memoria il ricordo di questo testimone della Shoah.
Anch’io, da ex studente delle Betteloni, qualche anno fa ho potuto ascoltare la sua bellissima testimonianza e ancora oggi mi colpiscono le sue parole circa l’esperienza da lui vissuta durante la guerra; ricorderò per sempre il suo esempio che ha impressionato tutti noi.