
In un’epoca in cui lo sviluppo tecnologico e scientifico corrono alla velocità della luce, dal 2015 in Italia viene organizzata la NAO Challenge che si compone di tre diverse fasi che hanno come fulcro quello di programmare un robot umanoide chiamato Nao.
Il contest è stato ideato per avvicinare e rendere più comprensibile il mondo della robotica a tutti, dai più grandi ed esperti ai più piccini e curiosi, facendo diventare così un argomento, a volte visto come complicato, accessibile e capibile da tutti, indipendentemente dalla loro conoscenza in materia. Quest’anno l’istituto superiore Alle Stimate di Verona vi parteciperà con il suo gruppo NaoNexus.
Come è strutturata la NAO Challenge

La Challenge si compone di tre diversi stadi nei quali il team deve far eseguire determinate azioni al robot, suo protagonista indiscusso.
La prima fase consiste nella preselezione: il team, dopo essersi presentato attraverso un sito web e un video, deve esporre un prototipo di progetto.
La seconda fase consiste nell’interazione tra il robot umanoide Nao ed un dispositivo esterno, facendogli svolgere così un’attività che possa creare un legame tra cultura, uomo e intelligenza artificiale.
A questo scopo i ragazzi del gruppo NaoNexus hanno sviluppato un sistema grazie a cui l’umanoide, controllato tramite app su smartphone per sistema Android, sarà in grado di contare il numero di persone all’interno di una determinata stanza di un museo, in questo caso, la gipsoteca della scuola Alle Stimate, e di riconoscere e descrivere le opere all’interno contenute.
La terza, e ultima, consiste invece nell’interazione tra robot e uomo: il robot diventa infatti il regista di un’attività teatrale, svolta in collaborazione con il dott. Andrea Roberti, all’interno del Dipartimento di Informatica dell’Università di Robotica di Verona.
Il gruppo NaoNexus

La scuola di Verona Alle Stimate ha deciso quindi di partecipare a questa sfida puntando tutto sul team NaoNexus, composto da ragazzi delle superiori di indirizzo scientifico delle scienze applicate, di età tra i 16 e i 19 anni. I componenti del gruppo sono: Albertini Francesco, Antonelli Riccardo, Benoni Stefano, Bernardi Francesco, Iliceto Alessio, Marzocca Stefano e Rubini Alberto e come leader Coccapani Matteo, tutti accomunati dalla passione per l’affascinante e dinamico mondo dell’informatica e della tecnologia, sotto la costante guida del docente di informatica Giovanni Bellorio.
Per capire meglio questo progetto e il percorso fatto, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare uno dei componenti di questo gruppo, Riccardo Antonelli, studente della classe 3° superiore, indirizzo scientifico delle scienze applicate.
Cosa ti appassiona di questo mondo e come sei entrato a farne parte?

Ho iniziato questo percorso grazie a mio papà che, lavorando in questo settore, fin dalla tenera età mi ha introdotto al mondo dell’informatica e della robotica, insegnandomi ogni giorno qualcosa di più. Di conseguenza, col passare del tempo ho iniziato ad approfondire le mie conoscenze, esplorando sotto molti aspetti questo affascinante campo, facendolo diventare una mia grande passione che coltivo tutti i giorni e che ha di conseguenza fortemente influenzato anche la scelta del liceo da frequentare.
La robotica in particolare mi piace molto, poiché mi permette di interfacciarmi con un mondo dinamico in continua evoluzione, che non smette mai di stupirmi; mi consente inoltre di concretizzare ogni mia idea, stimolando il ragionamento e la logica.
Quali sono secondo te i punti di forza del progetto?

Credo che la Challenge NAO sia determinante nel far conoscere il mondo dell’informatica e in particolare della robotica a tutti: durante le varie fasi della competizione ne mostra degli esempi concreti attraverso il gioco e l’interazione. Inoltre, durante il processo di preparazione per la Challenge, si impara ad utilizzare una moltitudine di nuovi sistemi e linguaggi di programmazione, come per esempio l’ambiente di sviluppo Android Studio, usato per sviluppare l’app che controlla il robot, che torneranno utili per futuri impieghi in questo settore.
Credo che tutto ciò possa dimostrare chiaramente il crescente ed inarrestabile sviluppo che sta interessando il campo scientifico e tecnologico nell’ultimo decennio: l’intelligenza artificiale si è evoluta a tal punto da riuscire a creare una connessione con l’uomo, e a svolgere azioni e attività che solo pochi anni fa erano ritenute possibili solo nei film di fantascienza. Il mondo è in continua evoluzione e oggi più che mai tutto può cambiare da un giorno all’altro. Ciò che un tempo si credeva impossibile, ora invece è diventato un obiettivo raggiungibile.