Il 12 marzo scorso si è celebrato il centenario della nascita di Gianni Agnelli, figlio di Edoardo Agnelli e di Virginia Bourbon del Monte dei Principi di San Faustino. Secondo dei sette figli, rimase orfano a 15 anni e crebbe sotto l’ala del nonno Giovanni, fondatore della Fiat.
L’Avvocato per cinquant’anni è stato l’immagine dell’intero Paese, un ambasciatore carismatico del “Made in Italy” e dell’eleganza, un modello a cui ricondurre tutti i sogni e le passioni degli italiani, come la Juventus e la Ferrari; amava l’arte moderna, la vela, le donne, la politica, ma sopra ogni cosa amava la sua azienda.

Partecipò attivamente alla Seconda Guerra Mondiale con il grado di sottotenente: fu addetto al comando sul fronte Russo e nel 1942 fu inviato a Tripoli in Tunisia, dove per meriti, venne insignito della Croce di guerra al valor militare.
Nel 1943, su richiesta del nonno, venne rimpatriato e conseguì la laurea in Giurisprudenza all’università di Torino.
A 25 anni, Gianni fu chiamato da Vittorio Valletta, dominus indiscusso della Fiat, per decidere le sorti dell’azienda e chiedendogli quale ruolo volesse avere nella gestione: l’avvocato rispose che il ruolo di presidente sarebbe rimasto al “Professore”, seguendo un consiglio che gli aveva dato il nonno Giovanni, prendendosi così la libertà di vivere una giovinezza dorata. Viaggiò in tutto il mondo, frequentando i luoghi più mondani d’Europa e le persone del jet set internazionale, come John Fitzgerald Kennedy e Rockfeller.
Come il nonno, fu nominato senatore a vita, carica che adempì con dedizione, occupandosi sia di politica nazionale che internazionale, anticipando i tempi, infatti aprì una fabbrica di auto a Togliattigrad in Unione Sovietica.
Nel 1953 si sposò con Marella Caracciolo dei Principi di Castagneto, una nobile famiglia di origini napoletane, con cui ebbe due figli, Edoardo, morto suicida nel 2000 a soli 46 anni e Margherita, madre di John e Lapo Elkann.

Il 30 aprile del 1966, Gianni Agnelli, all’età di 45 anni, venne nominato Presidente della Fiat: siamo negli anni Sessanta, il periodo del boom economico, in cui la produzione di modelli di auto popolari renderanno la Fiat protagonista della motorizzazione di massa in Italia. Negli anni Settanta Gianni Agnelli dovette affrontare la prima grande crisi della Fiat, le vendite delle auto calarono e la concorrenza straniera si fece sempre più agguerrita, tanto che l’azienda dovette ricorrere al credito da parte del governo italiano.

Gianni si spense all’età di 81 anni, nel 2003, nella sua storica residenza collinare Villa Frescot, per un carcinoma alla prostata.
In occasione del centenario dalla sua nascita, la Zecca dello Stato ha realizzato 300.000 esemplari di francobollo commemorativo in onore di Gianni Agnelli, che riproduce, sullo sfondo lo Stabilimento Fiat Mirafiori, un ritratto di Giovanni Agnelli affiancato dalla sua firma autografa.

La famiglia di Agnelli nel comunicato stampa rilasciato con il francobollo ricorda: “Le vicende delle FIAT per quanto importanti non esauriscono il ruolo pubblico di Giovanni Agnelli, che è stato presidente della Juventus e di Confindustria, sindaco di Villar Perosa, editore de La Stampa, Presidente di IFI e RIV e, soprattutto, dal 1991 senatore a vita”.