Principato di Andorra (Pirenei), è questo il luogo dove si é svolto il mondiale di Winter Triathlon nel quale il giovane veronese Mattia Tanara, con la maglia della Nazionale italiana, ha raggiunto il primo posto del podio nella categoria Under 23. Competizione non facile che prevede un misto di corsa, bicicletta e sci di fondo. Noi lo abbiamo raggiunto e o abbiamo intervistato in esclusiva per Ermes.
Che effetto fa essere campione del mondo Under 23 di Winter Triathlon?
Diciamo che è un bell’effetto, più che altro me lo ha fatto un po’ notare tutta la gente che conosco il giorno dopo la gara, perché non mi aspettavo sinceramente una reazione del genere da parte di tutte le persone che mi conoscono e che mi vogliono bene.
Che aspettative aveva prima della competizione?
L’obiettivo era sicuramente di fare bene, poi anche i miei compagni di squadra dicevano che avevo tutte le carte in regola per arrivare al podio e quindi sono partito dando il massimo, e pensa che mi sono accorto di essere primo quando ero quasi verso fine gara, perché noi eravamo nella categoria under 23, ma corriamo con gli “assoluti”, quindi anche quelli più grandi, e tra tutti ti confondi.
In quale delle tre gare ha trovato maggiore difficoltà durante la competizione?
Tra le tre, sicuramente, la bicicletta è il mio tallone d’Achille perché non sono mai stato un ciclista e faccio bici come sport alternativo alla corsa, quindi diciamo che in gara mi sono salvato il meglio possibile.
In generale, quale di queste discipline l’appassiona e perché?
Sicuramente la corsa, perché è quella che faccio fin da piccolo e poi, grazie a mio papà e a mio nonno che mi hanno sempre portato a vedere gare e a correre in montagna è da sempre lo sport che più mi emoziona, quindi anche in gara è stata decisamente la disciplina in cui sono andato meglio.
Fare tre discipline invece di una sola è stata una sfida che si è posto?
Diciamo di sì, poi a volte anche una sola può essere più difficile di tre messe insieme perché, ad esempio, pratico anche sci alpinismo e quella è solo una disciplina, e devo dire che è molto, molto dura; però riuscire a incastrare tre discipline una dietro l’altra da parecchia soddisfazione alla fine di una gara.
Qual era l’ordine delle discipline durante la competizione?
Corsa, poi bicicletta e infine lo sci di fondo, e in mezzo non ci si ferma ma si fanno dei cambi; quindi arrivi alla fine della corsa, togli le scarpe da corsa, metti quelle da bici, indossi il caschetto e monti in bicicletta; lo stesso fai per lo sci da fondo, tutto di seguito e senza fermarsi tra una disciplina e l’altra.
Come è organizzata la giornata di un campione?
Con la scusa che lavoro dalle otto alle cinque di pomeriggio, la mattina solitamente mi sveglio presto e faccio trenta o quaranta minuti di corsa per attivare un po’ le gambe, e poi dopo le cinque faccio l’allenamento più importante che può essere con la corsa, con gli sci o con la bici in base alle tabelle di allenamento che ho, e in questo caso faccio un allenamento da un’ora in su, ma mai meno di un’ora al pomeriggio. D’altronde, soprattutto d’inverno, se ti vuoi preparare per uno sport come Winter Triathlon, devi fare una disciplina alla mattina, un’altra al pomeriggio e ogni giorno cambiare.”
Quali sono i suoi progetti sportivi per il futuro?
Per l’estate ho in mente qualche gara di corsa a livello internazionale, tra l’altro anche i mondiali di FISky, che sarebbero skyrunning, a cui prenderò parte e che sono nel Gran Sasso ad agosto, e d’inverno invece punterò molto di più sul Winter Triathlon e un po’ meno sullo sci alpinismo e sicuramente proverò a fare bene ai mondiali e anche agli europei, sperando, ovviamente, che non saltino per colpa del Covid.
