Se state leggendo questo articolo, sicuramente sapete cos’è Ermes. La redazione di questo giornale online veronese ha deciso di organizzare degli incontri della durata di un’ora con dei giornalisti professionisti per approfondire alcuni temi legati alla loro professione. Lo scorso lunedì 19 aprile i ragazzi della redazione hanno partecipato al primo di questi incontri con Giulia Buia.
Giulia Buia è una giornalista professionista nata a Roma e trasferitasi a Verona per amore. Il suo percorso di studi è culminato con la Laurea in lettere e un master in Comunicazione. Successivamente ha intrapreso la carriera di giornalista all’interno di una redazione.

Dopo essersi trasferita a Verona, Giulia Buia ha lasciato il ruolo che aveva in redazione. Come ha spiegato, non è stata una scelta facile, ma il fatto di poter continuare a lavorare come giornalista è stato per lei fondamentale: ha potuto, infatti, continuare a svolgere il lavoro che l’aveva accompagnata fino a quel momento e che era felice di svolgere, seppur con modalità diverse, diventando freelance. Nel mondo del giornalismo, un freelance è un collaboratore esterno che fornisce con costanza dei servizi ad alcune redazioni. Sarebbero dunque cambiate diverse cose, ma la base restava la stessa: scrivere per gli altri.
La sua carriera era cominciata in qualità di giornalista parlamentare. Giulia iniziò a seguire i politici, cercare informazioni su di essi, incontrarli e porre loro domande, scoprendo che alla fine le piaceva moltissimo la politica! Successivamente iniziò a lavorare per Mediaset e per Skytg24, in quest’ultimo caso come inviata. Il termine “inviata”, come ci ha precisato, non è da intendersi solo come una persona che viene mandata in luoghi di guerra o di instabilità per effettuare un reportage. Un inviato è anche (e non solo) un giornalista che viene mandato dal direttore a seguire un avvenimento nel luogo stesso in cui esso si svolge, per poi descriverlo in prima persona.

Lavoro facile? No, assolutamente. Ha raccontato che alcuni giorni arrivava a lavorare sedici ore, poiché doveva attendere tantissimo tempo per poter venire in contatto con alcuni politici. Una volta, dovendo aspettare per tutta la notte che un parlamentare uscisse di casa, si è seduta su alcuni vasi all’esterno dell’edificio e finì per rincasare con i pantaloni sgualciti.
Eppure, come ha spiegato, nonostante le difficoltà non c’è altro lavoro che vorrebbe fare. Quello del giornalista infatti è il mestiere che ha sempre voluto svolgere, il traguardo che ha raggiunto con fatica e per il quale è stata disposta a fare sacrifici non da poco. Come ha infatti affermato alla fine dell’incontro, non importa quanto sia difficile un lavoro, ma quanta passione ci mettiamo. Fare un lavoro che non piace per un’ora al giorno è più difficile che fare un lavoro che si ama per dieci ore. Lei ne è un esempio lampante.
Complimenti a tutto lo staff di Ermes Verona. Quando i giovani raccolgono la sfida degli adulti si realizzano i sogni dei padri e i figli iniziano a sognare. Buon proseguimento. Attendiamo i prossimi incontri con giornalisti professionisti.