Ramadan: qualche curiosità sul famoso mese del digiuno

Siamo riusciti a raggiungere telefonicamente Brahim, cittadino italiano di origine marocchina, molto credente e praticante, che ci ha rivelato qualcosa in più in merito al terzo pilastro dell'Islam: il mese del Ramadan.

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Musulmano davanti a una moschea
Musulmano davanti a una moschea
Tempo di lettura articolo: 4 minuti

Il 12 aprile scorso è iniziato il Ramadan, periodo in cui, nella religione islamica, si pratica il digiuno in commemorazione della prima rivelazione del Corano a Maometto: questa famosa ricorrenza annuale è uno dei cinque pilastri dell’Islam (nel 2021 durerà fino alla sera del 12 maggio) e ci ha raccontato qualcosa in più Brahim El Hamich, cittadino italiano di origine marocchina residente a Lugo di Grezzana.

E’ iniziato da poco il mese di Ramadan, può spiegarci un po’ di cosa si tratta, da dove viene e se è legato a qualcosa?

Brahim El Hamich con la maglia del Real LugoGrezzana, squadra di calcio nella quale gioca da diversi anni.

Quando si parla di mese di Ramadan, dobbiamo innanzitutto ricordare che è uno dei più importanti pilastri dell’Islam, che bisogna saper rispettare per definirsi veri musulmani. Il Ramadan rappresenta il terzo pilastro, che non significa altro che ammettere che non può esserci altro Dio al di fuori di Allah e che Maometto è il suo profeta. Il secondo è la preghiera, il quarto è dare ai poveri la Zaket, cioè dare il 2,5 del proprio guadagno ai poveri, il quinto è eseguire il pellegrinaggio a La Mecca almeno una volta nella propria vita. Quindi il Ramadan proviene da questa cosa che il nostro profeta ci ha lasciato. Tutti i sapienti dell’islam dicono che è un sacrificio che si fa per Allah, per dimostrare l’amore e la sottomissione nei suoi confronti. È un insegnamento per le persone che, proprio durante il digiuno, riescono a capire quante cose (come cibo o acqua) Allah ha donato di cui sono inconsapevoli. Non è stato fatto “tanto per fare” ed è anche molto importante per la salute, seppur possa sembrare un ossimoro. È una sorta di purificazione del corpo, infatti anche scienziati e medici, in giro per il mondo, sono arrivati a dire che durante il digiuno si dà da bere al corpo. Io personalmente sono d’accordo. 

Ricorda qualcosa del suo primo Ramadan?

Pellegrinaggio alla Mecca

Il mio primo ramadan è stato più o meno a nove anni, anche se c’è da dire che ho digiunato abbastanza presto. Per le donne ad esempio è diverso, loro iniziano a digiunare quando arriva il primo ciclo. Noi uomini di solito dovremmo iniziare tra i tredici e i quattordici anni massimo, ma ho comunque preferito iniziarlo quando sono arrivato in Italia per la prima volta. Normalmente i più piccoli iniziano lentamente, magari digiunando un giorno si e uno no, però per quanto mi riguarda non è stato assolutamente faticoso. Forse sono stato agevolato dalle temperature italiane sicuramente meno calorose rispetto al Marocco, però il Ramadan si basa sull’abitudine, è Allah che ti dà una mano non facendotene quasi accorgere. 

Tutti i Musulmani sono tenuti a rispettare il Ramadan o ci sono delle eccezioni?

Un musulmano è considerato tale solo se fa il Ramadan. Non fa parte dei musulmani chi non rispetta la Testimonianza di fede, chi non fa la preghiera cinque volte al giorno, chi non fa il Ramadan, chi non da la Zachet e chi non pellegrina a LaMecca (se ha la possibilità). Non ci sono eccezioni, se non per quanto riguarda la salute: non c’è nessun motivo per cui un musulmano non possa fare il Ramadan. Se qualcuno, ad esempio, è malato e deve prendere delle medicine, può ovviamente astenersi dal digiuno, alla condizione che paghi ogni giorno ad un povero il mangiare. Anche chi viaggia può saltare, a patto che poi, finito il mese, recuperi il giorno o i giorni saltati. Quando le donne hanno il ciclo devono interrompere perché per fare il ramadan devono essere pure, quindi recupereranno anche loro i giorni a fine mese. 

Come struttura la sua giornata durante il Ramadan?

Non c’è una programmazione precisa durante la giornata del Ramadan, sarebbe più opportuno parlare del “pre”. Noi di solito ci svegliamo ad un’orario preciso (detto saor), la notte fonda, prima che cominci la vera e propria giornata di digiuno. Tutti pensano che inizi alle prime luci dell’alba, ma in realtà è un paio d’ore prima del sorgere del sole che ci alziamo, preghiamo, mangiamo, beviamo e poi torniamo a dormire fino all’orario della normale sveglia (ad esempio per andare a scuola o al lavoro). Naturalmente la mezz’oretta prima di interrompere il digiuno ci si prepara a tavola e si mangia ció che viene preparato apposta per questo mese. Di solito vengono preparati piatti con tante calorie e tante spezie perchè ci danno una forza in più durante il giorno.

E’ il secondo Ramadan in pandemia, cambia qualcosa rispetto a quelli avvenuti in condizioni normali? 

In queste condizioni di pandemia non cambia assolutamente niente, se parliamo dell’eseguire il Ramadan. Ciò che cambia è tutto quello che ci sta attorno, perché ad esempio di solito dopo l’interruzione del digiuno si va tutti in moschea a pregare. Per i primi 20 giorni lo si fa un paio d’ore dopo l’interruzione, mentre negli ultimi dieci giorni la si fa anche la notte fino a che non inizia l’alba. Negli ultimi dieci giorni, la notte è definita “della speranza”, perché il Corano scrive che è meglio di mille mesi. Io ad esempio lo faccio, anche se non tutti riescono, come ad esempio chi va a lavorare la notte. Queste cose purtroppo ci mancano in pandemia, soprattutto a causa del coprifuoco alle 22 che impedisce a chi è lontano dalla moschea di andare lì per pregare. 

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Dopo la scuola media, ho seguito la mia passione per la storia e la letteratura decidendo di cimentarmi nel liceo classico. Da 12 anni coltivo l’amore per la musica classica: suono infatti il pianoforte fin da bambina, riuscendo anche, nel giugno 2016, ad essere ammessa al conservatorio di Verona come terza classificata. Ho giocato a calcio da prima punta per un paio d’anni, ma purtroppo a causa dei troppi impegni ho dovuto fermarmi. Sono nata a Verona ma la mia famiglia è napoletana: Napoli è la mia seconda casa e adoro ritornarci ogni anno. Non è infatti un caso che io sia fin da piccola una super tifosa della squadra partenopea. Non ho particolari idee per il mio futuro, credo però che, finito il liceo, mi piacerebbe molto intraprendere un percorso di medicina, dato che mi affascina molto.

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