Come una mandibola può cambiare i libri di Storia

Nel 1963, nel sito Archeologico “Riparo Tagliente” di Stallavena, frazione di Grezzana, in provincia di Verona, è stato rinvenuto un frammento di una mandibola umana. Recenti studi hanno datato il reperto a 17 mila anni fa e hanno smentito le datazioni delle migrazioni dei popoli umani valide fino ad oggi.

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La mandibola non è di certo l’osso più grande del corpo umano. Se poi teniamo in considerazione solo un pezzo di mandibola, stiamo parlando di un frammento di meno di dieci centimetri. Eppure, questo frammento ha potuto cambiare la Storia di addirittura cinquemila anni. Com’è possibile?

La mandibola oggetto di studio

Innanzitutto, dobbiamo tornare indietro nel tempo fino al 1963. In quell’anno venne rinvenuto un frammento di una mandibola umana nel sito archeologico “Riparo Tagliente” di Stallavena, una frazione di Grezzana, in provincia di Verona. Inizialmente, l’osso venne considerato un reperto come tanti altri. Esso apparteneva a un giovane uomo del Paleolitico. Negli ultimi mesi, però, alcuni studi dell’Università di Bologna rivolti proprio al reperto in questione ne hanno stabilito sia la datazione precisa che la genetica dell’uomo a cui apparteneva.

Innanzitutto, è stato datato con precisione a 17 mila anni fa. Questo dato da solo mette in discussione tutte le ipotesi formulate riguardo ai flussi migratori umani della fine del Paleolitico. Infatti, il Paleolitico terminò con la fine della Glaciazione Würm, l’ultima della Storia, circa dodicimila anni fa. Da quel momento iniziò il Mesolitico, che durò circa due millenni, e successivamente il Neolitico, che iniziò con la nascita dell’agricoltura e finì con l’invenzione della scrittura (circa 3500 a.C.), la quale decretò la fine della Preistoria e l’inizio della Storia. Il momento in cui la Glaciazione Würm era al culmine, ovvero l’estensione dei ghiacci era massima, fu proprio circa 17 mila anni fa

Riparo Tagliente

Finora si era sempre ritenuto che le migrazioni dei popoli dal Nord Europa alle zone a Sud delle Alpi si fossero verificate appena dopo il culmine della glaciazione, mentre questo reperto dimostra che le due cose sono avvenute come minimo in concomitanza. Non solo: dallo studio del DNA del frammento, si è scoperto che quel giovane uomo presentava affinità genetiche, sia da parte di madre che di padre, con individui provenienti da varie località dell’Europa Orientale e dell’Asia Occidentale fino a 19 mila anni fa. Quindi se ne deduce che tra 19 mila e 17 mila anni fa c’erano già migrazioni attraverso l’Europa

Luca Pagani, professore dell’Università di Padova e co-primo autore dello studio, afferma: «Il genoma antico ottenuto dai resti di Riparo Tagliente è particolarmente rilevante, dal momento che supporta l’ipotesi di estese reti di collegamento, scambio culturale e commerciale e mobilità capaci di attraversare l’Europa già immediatamente dopo l’apice dell’ultima era glaciale e molto prima del riscaldamento dovuto ad eventi climatici successivi”. 

Una mandibola può dunque cambiare cinquemila anni di Storia? A quanto pare, !

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