Razzi riciclabili, lunghe permanenze in orbita, boom di investitori privati: l’ultimo decennio di ricerca spaziale è stato entusiasmante. Il prossimo promette di esserlo ancora di più, se le basi gettate sono solide quanto sembrano. Tra il 2020 e il 2030 potremmo catturare asteroidi, abitare in palloni gonfiati orbitanti, tornare sulla Luna e salutare la nostra amata ISS. Ecco le missioni umane nello spazio a cui guarderemo con maggiore interesse.
Nella rappresentazione artistica in copertina, la navicella della Nasa Orion, studiata per trasportare astronauti fino ad asteroidi e attorno alla Luna, in vista di future missioni su Marte.
La prima stazione commerciale gonfiabile
La Bigelow Aerospace sta pensando di lanciare la prima base orbitante sovvenzionata da privati, la B330. La stazione spaziale comprenderebbe 330 metri cubi di spazio in cui far alloggiare un equipaggio di almeno sei persone. Il progetto è attualmente allo studio, con l’impresa che sta lavorando a stretto contatto con la Nasa, ma alcuni importanti passi preliminari sono già stati compiuti.
Lo scorso 8 aprile, infatti, un modulo gonfiabile della Bigelow (BEAM, Bigelow Expandable Activity Module), grande come una stanza extra, è stato inviato fino alla ISS, collegato alla stazione e lasciato espandere in autonomia (qui un’illustrazione che ne mostra la posizione). Una serie di test ne valuterà l’efficacia; se dovesse funzionare, aprirebbe la strada a componenti più leggere ed economiche da trasportare e assemblare con meno fatica.

La stazione spaziale russa
La ISS dovrebbe rimanere operativa fino al 2024. Ma prima che sia smantellata, l’agenzia spaziale russa ha in programma di smantellare i moduli di sua competenza e usarli per costruire una stazione spaziale sperimentale, che chiamerà OPSEK (Orbital Piloted Assembly and Experiment Complex, Complesso orbitale e assemblaggio sperimentale pilotato). La stazione sarebbe usata come “porto” di arrivo e di partenza in orbita bassa per missioni spaziali più lontane e complesse, come quelle verso la Luna e verso Marte. Nella foto, il modulo russo Rassvet (MRM-1) della ISS, con la navicella cargo Progress agganciata sulla destra.

La stazione spaziale cinese
Anche la Cina ha in programma la costruzione di una base spaziale su modello della ISS, o della MIR, anche se molto più piccola. Un primo passo è stato compiuto con la stazione laboratorio Tiangiong-1 (grande come un piccolo autobus), lanciata nel 2011 e raggiunta da due missioni umane, e con la Tiangong 2, in orbita in questi giorni. Una terza missione, la Tiangong-3, dovrebbe gettare le basi per un assemblaggio modulare della stazione cinese e partire nel 2022.

L’Europa sulla Luna
Anche se l’astronauta della Nasa, Buzz Aldrin, ha parlato dei piani di ritornare sulla Luna nei termini di una “ricerca della gloria passata” e non di una “sfida futura”, l’ESA la ritiene invece ancora una missione di forte interesse scientifico, e vorrebbe invece tornare sul nostro satellite per usarlo come base per preparare missioni robotiche da inviare su Marte. Anche Cina e Russia stanno valutando la possibilità di missioni sulla Luna. Nell’immagine, un concept di colonia lunare disegnato per l’agenzia spaziale europea dagli architetti di Foster+Partners.

Una crociera intorno alla Luna
Il nostro satellite potrebbe diventare una popolare (si fa per dire) destinazione turistica. La Space Adventures, un’impresa che propone viaggi spaziali privati, sta lavorando a un progetto di circumnavigazione lunare per facoltosi turisti spaziali. Il piano è fatto allo scopo di utilizzare rodati veicoli spaziali russi per portare due “comuni mortali” e un cosmonauta professionista in una traiettoria attorno alla faccia nascosta della Luna, arrivando a circa 100 km dalla sua superficie.

La cattura di asteroidi
Entro il 2021, la Nasa prevede di lanciare una sonda robotica in direzione di un asteroide near Earth (quelli più vicini alla Terra), dal quale recuperare un campione roccioso del diametro di 4 metri, da inserire poi in orbita lunare. Sarebbe solo la prima della Asteroid Redirect Mission (ARM): successivamente, gli astronauti useranno il masso celeste come terreno di studio e simulazione di future missioni marziane (il nostro Luca Parmitano si sta addestrando per questo). Nell’illustrazione, un astronauta analizza un campione dell’asteroide “imbragato”.

Destinazione Marte
I piani di Mars One per un viaggio di sola andata verso il Pianeta Rosso nel 2027 appaiono poco realistici. Ma la Nasa sta comunque sviluppano un vettore spaziale per lanci pesanti – lo Space Launch System – in grado di portare equipaggi e carichi di missione sulla Luna e su Marte.
Anche Space X sta progettando il suo sbarco: dovrebbe partire Red Dragon Mars, la prima missione robotica privata verso Marte. Ma l’orizzonte temporale per missioni marziane con equipaggio appare comunque un po’ più lungo: per riuscire a proteggere un equipaggio dalle radiazioni che il viaggio comporta, ci vorrà almeno fino al 2030. Nella foto, una simulazione di missione marziana nello Utah.
