Epifania…che tutte le feste porta via!

Anche lo scorso 6 gennaio si è celebrata l’Epifania, giornata particolarmente sentita a Verona, che solitamente vive la chiusura delle festività con un evento speciale in piazza Bra , il "Brusa la Vecia", annullato quest'anno a causa delle restrizioni per la pandemia.

0
La Befana ai piedi dell'Arena di Verona.
La Befana ai piedi dell'Arena di Verona.
Tempo di lettura articolo: 2 minuti

“Epifania…che tutte le feste porta via!”. Con quanta amarezza noi ragazzi leggiamo queste parole, che di solito ricordano l’imminente ritorno a scuola. Quest’anno, le lezioni sono riprese qualche giorno dopo, il 10 gennaio e c’è stato, a dire il vero, il tempo per digerire la fine delle vacanza natalizie.

Fantoccio della Befana in Bra, conosciuta anche come la “Vecia”

Un’Epifania orfana a Verona quest’anno del tradizionale appuntamento con “Brusa la Vecia”, annullato per evitare assembramenti in Piazza Bra dove di solito migliaia di veronesi si ritrovano per il maestoso falò ai piedi dell’Arena.

Ma come nasce la tradizione della Befana?

La notte tra il 5 e il 6 gennaio la Befana si aggira, sulla sua scopa, di casa in casa, per lasciare ai bimbi meritevoli dolciumi e, questa tradizione, affonda le sue origini nella notte dell’arrivo dei Re Magi che, non trovando la strada per Betlemme, chiesero indicazioni ad una anziana signora, la quale, pur sapendo che i Magi erano diretti alla culla del Bambin Gesù, decise di non seguirli, pentendosene poco dopo. Così preparò un grande cesto di dolci e bussò ad ogni porta, donando dei dolciumi ad ogni bambino, nella speranza che uno di questi fosse Gesù.

Si diffuse nel tempo la tradizione dei dolci nella calza: i bambini infatti lasciavano fuori dalle porte calze e scarpe per la Befana, che le avrebbe indossate nelle notti più rigide, altrimenti le avrebbe riempite di leccornie.

L’origine prima del Cristianesimo

Nonostante l’Epifania sia una celebrazione cristiana, che ricorda l’arrivo dei Re Magi a Betlemme (infatti Epifania deriva dal greco επιφαινω, mostrarsi, apparire), la tradizione di “brusare la Vecia” è molto più antica del Cristianesimo.

Risale infatti ad un rito popolare celtico, che si svolgeva per propiziarsi gli dei, bruciando con un fuoco purificatore tutto ciò che era accaduto di negativo nell’anno concluso, per portare benessere nel nuovo anno; vi era inoltre una tradizione agricola secondo cui, in base alla direzione delle fiamme mosse dal vento, sarebbe stato possibile determinare la qualità del raccolto.

Quest’anno il falò dell’Epifania, come dicevamo all’inizio, è stato annullato, a causa dell’emergenza sanitaria, ma speriamo di trovare ugualmente le calze colme non soltanto di dolciumi, ma soprattutto di serenità, fiduciosi che il 2022 sia per tutti un prospero anno.

Falò dell’Epifania 2018

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here