Kierkegaard e il concetto di angoscia

Kierkegaard con “Il concetto di angoscia” si avvicina molto alla condizione di perpetua sofferenza e lacerazione vissuta dall’Edipo re e, successivamente, anche dalla figlia Antigone, ambedue frutto della geniale mente sofoclea e che narrano aspetti della vita umana che ritornano anche ai tempi nostri.

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Kierkergaard
Kierkergaard
Tempo di lettura articolo: 4 minuti

L’angoscia è un sentimento connaturato all’essenza umana e nasce perché l’uomo ha la possibilità di accoglierla. Se fossimo robot non proveremmo angoscia, perché ogni situazione sarebbe programmataAdamo ed Eva non erano angosciati prima di compiere il peccato e non dovevano scegliere nulla. Sono emblema della serenità di quella vita ingenua, quasi bambina. In loro c’era la sicurezza della non libertà, poiché qualcuno doveva scegliere al posto loro.

E questo è un concetto ripreso anche da Kant, in merito alle riflessioni sull’Illuminismo. L’uomo progressivamente diventa padrone di sé e delle scelte che compie. Non è una vita angosciata quella di chi non decide, ma viene eternamente accompagnato da chi fa le veci al posto suo. 

Una breve biografia del filosofo

Søren Kierkegaard nacque a Copenhagen nel 1815. Condusse una vita tranquilla e all’insegna dello studio. Frequentò la facoltà universitaria di teologia. Tuttavia, grazie alle cospicue somme ereditate dalla famiglia, ebbe l’opportunità di non dedicarsi anima e corpo al lavoro, ma di preoccuparsi unicamente dei suoi studi e della sua formazione filosofica.

Conoscere la verità non sempre significa essere felici

La tragedia dell’ Edipo re di Sofocle

L’angoscia di cui parla Kierkegaard, a mio avviso, spiega quanto l’Edipo re della tragedia sofoclea abbia sofferto e come rispecchi a distanza di secoli aspetti della vita umana che trascendono il tempo, restando sempre attuali. Egli è uomo che ha scelto e l’atto di scegliere, seppur sbagliando è degna di notevole considerazione. Ogni scelta presuppone delle conseguenze, positive o negative, unite all’accettazione di queste ultime come parte integrante ed inevitabile della vita scoscesa di ogni essere umano. Edipo è colui che ha saputo scegliere, così come la figlia, Antigone. Le scelte di Edipo ricadono in maniera speculare sulla prole da lui generata, senza sconti per nessuno.

Questa è la vita. Un flusso di conseguenze delle scelte prese da altri. Un fiume in piena interrotto dalle nostre risposte a tali conseguenze. Ecco perché Edipo soffre, perché è angosciato e lacerato nel profondo una volta compresa la verità. Egli ha scelto e in memoria tale scelta ha agito e questo ha portato delle amare ripercussioni. L’uomo è di fronte a dei bivi, delle scelte che generano angoscia e che possono generare anche la paralisi. L’uomo è le scelte che compie e queste producono degli aut aut (non et et) che a loro volta generano dolore. Alla luce di questo risulta spontaneo rifarsi alla figura di Kierkegaard, padre del concetto di scelta che si riflette anche in questa tragedia sofoclea e nella vita quotidiana. 

Il psicanalista: Sigmund Freud

L’angoscia nella psicoanalisi 

La storia della psicologia trova in Sigmund Freud il primo tentativo di analisi, in termini esplicativi e terapeutici, del sintomo di angoscia. Egli distinse un’angoscia reale, che è essenzialmente una reazione ad un pericolo esterno potenzialmente dannoso,  riconoscibile da un angoscia nevrotica, in cui il pericolo ha un’importanza minima o nulla. Ma se ogni volta che vi è angoscia ci deve essere qualcosa che la provoca, si pone la domanda se esista un legame tra l’angoscia reale e l’angoscia nevrotica. Inoltre, Freud riteneva che l’angoscia avesse una base biologica ereditaria, notando che nell’uomo, come negli animali inferiori, questa capacità ha un suo preciso significato di sopravvivenza per l’individuo.

Quando trova un oggetto le si cambia nome e lo si sostituisce con quello di paura. L’angoscia reale e quella nevrotica hanno in comune il fatto che ambedue sono legate ad una situazione di pericolo, derivante dal riconoscimento della nostra impotenza. La situazione di pericolo, da cui nasce il segnale di angoscia, è quella condizione di aspettativa in cui si prevede ed attende una situazione traumatica di impotenza. Invece, per Freud l’angoscia d’attesa è legata alla libido. Quando la libido è frustrata e  scompare l’eccitazione libidica per cedere il posto all’angoscia. 

L’angoscia ai giorni nostri

Attualmente, stiamo vivendo in un momento di angoscia a livello mondiale. Lo scontro tra Ucraina e Russia è dietro alle nostre porte. Da un lato, ciò che ci lacera è la paura di prendere una posizione, fare una scelta e subirne le conseguenze di questo conflitto. Dall’altro, invece, ci si sente inutili per tutte quelle persone che oggi stanno soffrendo e vivono in una perenne angoscia di non rivedere più i propri cari e nemmeno più il sole nei giorni a venire. 

L’uomo è artefice dei suoi stessi mali e della maggior parte delle sue sofferenze. Hobbes, disse che noi esseri umani, per prima istanza, siamo i nemici di noi stessi e dei nostri simili. Non c’è nulla di più vero. Qualcuno potrebbe scadere nella abituale identificazione di “pessimismo antropologico” ma guardiamoci e osserviamo al contempo quello che l’uomo crea per futili motivi nel mondo. L’angoscia reale ormai è divenuta una nostra compagna di vita in un mondo così imperfetto.

La guerra tra Russia e Ucraina

L’angoscia nasce dall’attesa, dal riconoscimento del pericolo, dalla paura, dalla morte ma anche dalla verità come ci ha insegnato Sofocle. Di fronte a questa situazione di conflitto (tra Russia e Ucraina) tutti noi da un lato volevamo tenerci aggiornati su quanto accadeva e sapere la “verità” ma tanti preferivano vagare nell’ignoranza. Sapere la verità circa quelle tragedie che hanno luogo tutt’oggi e di cui, probabilmente, anche noi stessi potremmo diventarne protagonisti, ci spaventa e angoscia. La verità cela dentro di sé una forte componente di dolore. Non sempre si è felici quando si viene a sapere la realtà dei fatti.

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