Negli ultimi anni si è sviluppata la tendenza tra i ragazzi del liceo di scegliere di studiare un anno o sei mesi all’estero. Questo fenomeno stava prendendo piede negli anni prima della pandemia da Covid19 ma, successivamente, per motivi ovvi, si è fermato per poi riprendere in particolar modo quest’anno.
Abbiamo avuto la fortuna di poter vivere in prima persona una di queste esperienze da “exchange student” in Sud Africa, una meta alquanto insolita, poiché solitamente vengono preferiti Stati Uniti d’America, Canada, Australia e Regno Unito.

Decidere di iniziare un’esperienza così è facile, poiché si è affascinati dalla bellezza dell’avventura, dello scoprire una nuova cultura e del passare tempo lontano da casa. Ciò che però i ragazzi non sanno è quanto l’inizio possa essere difficile, perché, andando in un paese nuovo, dove la lingua e la cultura sono diversi, non conoscendo nessuno, bisogna iniziare tutto da zero.
Per tali motivi, questo articolo è molto utile per coloro che hanno intenzione di intraprendere questa avventura stupenda e che li segnerà profondamente.
Di seguito cinque consigli che ci sarebbe piaciuto ricevere prima di partire:
1. Provare nuove esperienze
Il primo consiglio che sento di darvi è quello di buttarsi nel provare cose nuove appena ne avrete l’opportunità. Quando si è all’estero ci si sente in qualche modo più liberi e meno giudicati. Spesso, infatti, è il giudizio che non ci lascia provare cose nuove. Personalmente è stato proprio quando le ho provate che ho conosciuto persone bellissime con le quali ho condiviso momenti indimenticabili.
Per esempio, nel mio college spesso venivano organizzati eventi sportivi a cui si poteva partecipare o semplicemente assistere e spesso, insieme alle mie amiche, ci piaceva organizzare una piccola tifoseria per sostenere i nostri amici e dipingerci la faccia.
2. Conoscere una nuova cultura
Un altro consiglio è di conoscere la cultura il più possibile. Mi sento di puntualizzare questo, perché spesso si va all’estero pensando solo di imparare l’inglese e stringere nuove amicizie. Invece, un valore aggiunto che mi sono portata a casa da questa esperienza è proprio la cultura bellissima del Paese in cui ho vissuto. Il cibo, la lingua, i balli, la musica, l’architettura, l’arte sono solo alcuni dei modi per esplorare le tradizioni e assaporarle fino in fondo.

3. Chiedere senza timori
Un altro consiglio fondamentale è di non farsi problemi a chiedere aiuto se ne si sente il bisogno. Mi è capitato molte volte di dover domandare di ripetermi certi concetti o frasi perché inizialmente non capivo molto la lingua (nonostante avessi un buon livello di inglese).
Questo, nell’arco di sei mesi, è successo soprattutto nei primi due, ma nessuno si è mai fatto problemi a ripetere anche due o tre volte.
Questo vale anche in ambito scolastico: i professori sono molto disponibili e gentili. Inoltre, sapendo che l’inglese non è la vostra lingua madre, capiscono la difficoltà nell’esprimersi e nel seguire il filo logico della lezione. Non intimiditevi, anzi più chiedete e più trarrete beneficio!
4. La mancanza di casa
Sembra un concetto scontato ma invece non lo è: arrivare in un Paese sconosciuto e al di fuori della propria comfort zone fa capire l’importanza delle proprie abitudini e della famiglia. Quando non si è abituati a non vedere i propri genitori e amici tutti i giorni si crea un certo senso di malinconia, soprattutto all’inizio. Con il tempo questa sensazione sparisce, ma ci saranno sempre giorni in cui sarete homesick ovvero nostalgici di casa. Nonostante ciò, la nostra generazione è fortunata ad avere molti mezzi tecnologici che ci permettono di tenere i contatti con i nostri cari, per questo possiamo ritenerci privilegiati.

5. Il ritorno non è facile
Quando si arriva verso la fine della propria esperienza si inizia a capire quanto questa sia stata fondamentale e la voglia di tornare è praticamente inesistente. Quando si pensa al tornare vengono in mente solo gli aspetti negativi, poi col tempo ci si accorge anche di quelli positivi, ma comunque riabituarsi alle vecchie abitudini non è facile. Personalmente, è stato verso la fine che ho completamente realizzato quanto quei mesi fossero stati i più belli della mia vita: la spensieratezza e il senso di libertà che avrete lì, non li avrete una volta tornati a casa. Nonostante mi fossi sempre messa nelle idee che sarei dovuta tornare, quando era arrivato il momento di dire addio a tutto è stato più difficile di quanto pensassi.
È un’esperienza che dà tanto, ti segna nel profondo e, quando arriva la fine e bisogna ritornare, è come se una parte di sé rimarrà sempre là, nel posto che si è chiamato per mesi casa.
Per questo dovete godervi ogni momento, ogni esperienza e ogni risata, perché difficilmente avrete occasione di rivivere un’esperienza così.