L’arpa è uno strumento dal suono dolce con una storia lunghissima che inizia infatti già dal III° millennio a.C. con i Sumeri. All’inizio erano piccoli archi con sette o otto corde, poi andando avanti nei secoli scopriamo, dalle raffigurazioni, strumenti dotati di casse e con molte più corde e altezze sempre maggiori, fino a costringere i suonatori a stare in piedi per suonare. L’arpa si diffuse anche nell’antico Egitto.
Nel Medioevo e rinascimento l’arpa, suonata dagli arpisti degli antichi ordini gaelici, era considerata una strumento “aristocratico”, suonato nelle corti dei re e davanti ai capi clan.
In seguito comparve nel IV secolo in Europa tra le popolazioni nordiche, in particolare quelle irlandesi e anglosassoni e da lì in poi si diffuse anche sul continente.
Ma il periodo di maggiore splendore per questo strumento arriva nel 1770 con Maria Antonietta, nella reggia di Versailles c’era un continuo cambio di suonatori di arpe e, a quei tempi, a Parigi esistevano quasi 200 botteghe specializzate nella creazione di questo strumento.
Ci sono due tipi di arpe usate ai nostri giorni: l’arpa celtica, che è più piccola e usata per iniziare a studiare, formata da circa 36 corde e dotata di levette per ottenere i semitoni, e l’arpa classica, quella usata nelle orchestre o nei concerti, formata da 47 corde e dotata di pedali per cambiare i semitoni. Le arpe classiche lungo la colonna posso sono decorate. Ora le arpe possono essere anche elettriche, una delle più famose in Italia è quella della suonatrice Micol che con l’Arpa Rock ha aperto vari concerti.












