Negli ultimi anni tra i giovani italiani si è sviluppata una nuova moda: la vita di strada. Questa è particolarmente seguita nelle nostre zone, dove si sono creati diversi gruppi di ragazzi e ragazze organizzati gerarchicamente che utilizzano violenza e prepotenza per prevaricare sugli altri compiendo atti illegali.

“Qbr” acronimo di quartiere Borgo Roma (zona di Verona) è il gruppo più esteso della provincia che conta una cinquantina di adolescenti intenti a seguire questa “moda”. Costoro sono conosciuti nel veronese perchè violenti istigatori di risse e protagonisti in alcune aggressioni a cittadini e turisti. Gli appartenenti a questo gruppo agiscono per compiacere i ragazzi più grandi che si ritrovano a capo di un’organizzazione giovanile ben collaudata.
Nella storia non sono i primi a compiere azioni illecite, ai danni dei più deboli, sottostando a persone potenti che li inducono ad agire, come ci testimonia Alessandro Manzoni nella sua opera di fama mondiale “I Promessi Sposi”.
Anche nel XVII secolo c’erano delle figure simili: i bravi, giovani molto spesso orfani o abbandonati che non avevano alcuna forma di sostentamento. Questi avevano il compito di dare tutto al loro padrone per proteggerlo, la loro stessa vita se necessario. Dovevano essere disposti a combattere in tutte le situazioni e fare ciò che il governante imponeva loro senza discutere, ma agendo istantaneamente. In cambio questi ricevano denaro, cibo e alloggio e protezione.
A questo punto la domanda che sorge spontanea è: oggi questi giovani cosa ricevono in cambio, ma soprattutto da cosa sono spinti, sicuramente non dalle necessità che nel 1600 inducevano i bravi a combattere per il loro padrone. Solo noia o c’è un motivo dietro a questa moda?