Il 16 gennaio scorso, i carabinieri del Ros hanno arrestato quello che forse è il più grande boss mafioso di Cosa Nostra: Matteo Messina Denaro.
In seguito all’arresto, è stata trovata anche la casa del boss, a Campobello di Mazara, e il video messo a disposizione il 27 gennaio dalle forze dell’ordine è stato girato lo stesso giorno. Nelle immagini si vede la casa del boss latitante: sembra un normalissimo appartamento, con i quadri alla parete, due leoncini di peluche, un divano marrone, una stanza adibita a palestra, nel salotto una tv, i libri disposti su una mensola, i quadri alle pareti con riproduzioni di dipinti famosi, come i Girasoli di Van Gogh e le foto dei protagonisti del film il Padrino e di Joker. Nella stanza adibita a palestra anche l’asse da stiro, decine di scarpe costose sistemate in una scarpiera: un appartamento come tanti.
Una casa banale se non fosse per la valanga di pizzini e documenti che confermano la caratura del capomafia trovati e la pistola pronta a sparare nascosta in un sottofondo di un mobile della cucina.
Il boss Matteo Messina Denaro, infatti, avrebbe utilizzato negli anni le generalità di diversi fiancheggiatori. Lo sospettano gli inquirenti che, nel covo di vicolo San Vito, a Campobello di Mazara, tra le carte del capomafia hanno trovato documenti di identità contraffatti coi nomi e i dati di persone realmente esistenti. Non è ancora chiaro se i documenti siano stati contraffatti dallo stesso capomafia o se qualcuno glieli abbia forniti precompilati e lui abbia soltanto apposto la sua foto. Diverse peraltro sono le foto tessera trovate al padrino di Castelvetrano. Prima di assumere l’identità del geometra Bonafede, utilizzata a partire almeno dal 2020, quando venne operato di cancro all’ospedale di Mazara del Vallo e utilizzò il codice fiscale e la carta di identità del suo complice, il boss avrebbe dunque fatto uso dei documenti di altre persone. E con le generalità di altri favoreggiatori avrebbe viaggiato e concluso affari.