«Nel 2022 è piovuto il 30% in meno delle quote normali, nel Nord Italia il deficit idrico è stato del 40%. Il 2003, quando l’estate raggiunse picchi estremi di caldo e il Garda arrivó a soli otto centimetri sopra lo zero Idrometrico, si pone soltanto al settimo posto tra gli anni più caldi registrati. Il 2022, al primo posto per le alte temperature medie e siccità, ha scalzato sia il 2018 che il 2014». Così afferma Filippo Gavazzoni, vicepresidente della Comunità del Garda.
«La temperatura dell’acqua del lago continua a crescere sui massimi fondali, dove invece di restare costare sui +7,5° registra annualmente un costante numero di +0,034°» aggiunge Gavazzoni.
La Comunità del Garda ha proposto una revisione del voto numero 55 del 1965 al consiglio superiore dei Lavori Pubblici, dal quale dipendono le modalità di regolazione utilizzo delle acque del lago.
Se il livello dell’acqua non dovesse alzarsi entro aprile 2023 l’estate prossima sarà ancora più complicata, superando così il 2022 che aveva riscontrato difficoltà nell’uso idropotabile.
Secondo i dati del Consorzio del Mincio, nei giorni scorsi il Garda si è attestato sui 47,6 centimetri sopra lo zero idrometrico: l’anno scorso, nello stesso periodo i centimetri erano 103,6.
Sentita anche la necessità di «frenare il degrado del lago anche con un serrato monitoraggio degli eventuali scarichi abusivi».
E infine Filippo Cavazzoni ha affermato che i depuratori che ancora usufruiscono del lago come corpo recettore, devono trovare un inserimento nel nuovo sistema di collettazione e depurazione gardesano.
