Giovani lasciano gli smartphone e ritrovano la vita reale

A New York un gruppo di ragazzi riscopre il tempo libero, il piacere di stare assieme, senza l’utilizzo dei cellulari.

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Nel parco di Brooklyn è nato un gruppo di ragazzi che non utilizzano lo smartphone, trovano il tempo da dedicare ai propri hobbies, trascurati perché troppo concentrati dal mondo virtuale. La protagonista di questa storia si chiama Logan, una ragazza americana che vive nella famosa città americana.

Questa ragazza ha ricevuto il suo primo cellulare a 10 anni, come la maggior parte della sua generazione, e l’anno successivo è passata allo smartphone. All’età di 11 anni, quindi, ha creato il suo profilo Instagram trascorrendo intere giornate con gli occhi sempre incollati allo schermo del cellulare osservando tutto ciò che veniva pubblicato dalle persone. Ad un certo punto però, un giorno Logan perde il telefono e in quel momento scatta qualcosa in lei: percepisce l’occasione per uscire da questa dipendenza. Chiede dunque ad una sua amica di cambiare la password del suo profilo perché si era resa conto che non riusciva più a distinguere la realtà che la circondava. Comunica la sua scelta ai genitori i quali però le chiedono di portare sempre con lei un cellulare vecchio per essere rintracciata con una telefonata o SMS. 

All’inizio Logan si trova con tanto tempo da riempire, poi pian piano sente cambiare la “chimica del cervello”, sentendosi più produttiva, ma anche più sola e quindi cerca persone che hanno intrapreso la sua stessa strada, e le trova. Una sera, dopo un concerto, conosce una ragazza di nome Jameson che era anche lei in possesso di un vecchio cellulare e che non aveva un profilo social attivo.  Decidono quindi di ritrovarsi ogni domenica al parco per parlare, leggere, suonare la chitarra e dipingere.

Col passare delle domeniche il gruppo si allarga prendendo il nome Luddite Club ( che deriva da Ned Ludd, operaio che nel 1799 in Gran Bretagna distrusse un telaio dando inizio a un movimento che si rifiutava di introdurre macchine nell’industria), termine che può essere tradotto come coloro che si rifiutano di usare la tecnologia. Durante la pandemia il tempo che i ragazzi trascorrevano on line era raddoppiato, arrivando a circa a 8 ore e uno studio della rivista americana Jama Pediatrics spiega che tutto ciò potrebbe aver cambiato definitivamente le abitudini di una generazione. 

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Mi presento, mi chiamo Sofia Chelleri e sono nata nel mese di luglio dell’anno 2007 all'ospedale di Borgo Trento di Verona. Le scuole elementari e medie le ho fatte alle Scuole Campostrini e adesso frequento la quinta Ginnasio dell’istituto Scuole alle Stimate di Verona. Ho scelto di frequentare il liceo classico alle Stimate perché fin da piccola mi ha sempre affascinato il mondo della lettura e della scrittura e volevo quindi scoprire e imparare le due lingue di indirizzo; greco e latino.Dopo ormai quasi otto mesi di scuola, ho imparato a conoscere bene i miei insegnati, dai quali quotidianamente imparo qualcosa e giorno per giorno ho sviluppato l’amicizia con i miei compagni di classe. Nonostante abbia scelto il liceo classico,il mio sogno più grande è quello di diventare un bravo medico salvando la vita a molte persone. Ho un carattere gioioso e solare che ama stare in mezzo alle persone con le quali condividere i miei pensieri. Sono un’amante degli animali in particolare dei cani infatti ne ho quattro: due maschi e due femmine e passo spesso i miei fine settimana presso la casa in campagna dove apprezzo la natura e la compagnia dei miei amici a quattro zampe.

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