«Il 2023 è appena iniziato, ma sta mostrando segnali preoccupanti in termini di eventi climatici estremi e livelli di siccità. Bisogna da subito ridurre i prelievi nei diversi settori e per i diversi usi prima di raggiungere il punto di non ritorno. Serve poi adottare una strategia idrica nazionale che abbia un approccio circolare», spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente.

Mentre sulle Alpi si dimezza la neve e i fiumi e laghi sono in secca, quasi come quest’estate, Legambiente dichiara la carenza di neve, diminuita del 53% sull’arco alpino, e la diminuzione del livello del Po al 61%. Ed è proprio di quest’ultimo che si è raggiunto uno stato di severità idrica che colpisce tre distretti attraversati dal fiume.
Legambiente lancia l’appello al governo Meloni per creare una strategia nazionale idrica strutturata su otto punti. Tra questi si parla di interventi di diversa durata per favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici e evitare gli sprechi d’acqua.

Questa strategia favorisce la ricarica controllata delle falde, così che l’acqua delle precipitazioni possa rimanere sul territorio più a lungo; si vuole quindi instaurare l’obbligo della raccolta delle piogge con dei sistemi di risparmio idrico.
Anche in agricoltura si vogliono fare dei cambiamenti, attraverso interventi strutturali, implementando il riuso dell’acqua e riconvertendo le coltivazioni con colture meno idroesigenti.