Arriva a New York la rivisitazione del logo di Milton Glaser. Un’iniziativa rivolta soprattutto agli abitanti della città per invitarli a pensare al senso di comunità, guardando ad essa attraverso il volontariato o la cura della metropoli. “New York è morta? Lunga vita a New York” così Maryam Banikarim e Andrew Lerner annunciano la fine di dell’era di “I love NY” per aprire le porte al nuovo logo “WE love NY”; bisogna ricordare ai newyorkesi che l’importanza della città sta nella comunità.
Storia
Il cuore di “I love Ny” è una pietra miliare del marketing, del turismo e dell’arte. Creato negli anni Settanta dall’agenzia Wells, Rich, Greene e il genio di Milton Glaser è ispirazione ormai decennale per merchandising di ogni tipo. Il logo nacque quasi per caso: Glaser era in cerca di ispirazione e su una busta disegnò con una matita rossa la celebre scritta (ancora oggi conservata al MoMA di New York). L’idea piacque così tanto che vinse il concorso pubblicitario bandito dal New York State Department of Economic Development per lo sviluppo turistico dello stato. Da allora il logo ha acquisito una tale riconoscibilità da diventare l’archetipo del marketing urbano.

Ora però la Grande Mela ha deciso di riportarlo vicino al cuore sostituendo l’io con il noi. Tutto è iniziato nel 2020 quando un gruppo di newyorkesi ha creato l’organizzazione no-profit NYCNext per riportare la gioia a New York e costruire un impegno civico. WE love NY è specchio dei tempi che sono cambiati in cui le persone possono fare la differenza anche insieme, senza divisioni o differenze. Un messaggio non rivolto ai turisti ma agli abitanti della metropoli. Da troppo tempo, dalla pandemia del 2020, la grande città stava vivendo un periodo di crisi dovuto all’individualità di tutti, di cui il vecchio logo ne era testimonianza. Ecco il perché di questa scelta per renderlo più inclusivo e comunitario.

Nuovo simbolo
Il nuovo logo è stato rinnovato nella grafica e nell’idea. Prevede delle linee più arrotondate e tridimensionali con un’ispirazione molto chiara. Infatti il cuore, usato tutti i giorni da milioni di persone, è un simbolo comunitario, enfatizzato dalla tridimensionalità. “Questa è la nostra città e spetta noi impegnarci per valorizzarla. Il passaggio dal Noi all’Io è anche un cambio filosofico. Cerchiamo persone che non aspettino siano gli altri a risolvere le situazioni” ecco le parole di Maryam Banikarim e di Andrew Lerner.