Era il 2015 quando Stefano Carta, con solo un sogno e sette atlete, dava vita a Sambo Volley, una società di pallavolo giovanile che oggi conta più di 250 atlete e copre tutta la zona di San Bonifacio e dintorni. Ma com’è nato tutto questo? Questo ed altro la redazione di Ermes ha chiesto proprio al fondatore.
Com’è nata Sambo Volley?
Avevo diciotto anni ed allenavo delle bambine in una società locale che però ritenevo fosse gestita molto male, e, dopo una discussione con il presidente, è nata in me l’idea di creare una mia società in cui potessi scegliere cosa fosse meglio per le mie atlete. Ho messo da parte questo sogno per tanto tempo, ma quando nel 2015 sono rimasto senza lavoro ho deciso di sfruttare l’occasione. Ho cominciato ad allenare sette bambine di diverse età in via informale, trovando due soli orari disponibili in una palestra a San Bonifacio. L’anno successivo a settembre le bambine erano diventate 15 e, grazie alle lezioni che avevo svolto nelle scuole elementari, a fine stagione erano 30. Così sono nati i primi gruppi e, agli inizi di aprile del 2017, ho fondato ufficialmente Sambo Volley. Grazie alla collaborazione con Unione Volley Montecchio Maggiore prima, e Volley University Verona dopo, sono riuscito a ottenere sponsor e a sviluppare la società. Oggi contiamo più di 250 atlete, dal minivolley al gruppo master, 17 gruppi, 15 campionati e 7 allenatori.

Quando hai cominciato, ti saresti aspettato questi risultati?
Sì, aspiravo proprio a questo, ma i primi tempi sono stati piuttosto complicati, e le difficoltà più grandi erano sicuramente la presenza di una società di basket già ben radicata nel paese, che portava via sia atlete, che palestre; oltre a questo, tutte le pallavoliste della zona giocavano già nell’Est Volley. Dopo il primo anno, mi sono detto “Se a settembre siamo di nuovo in sette, devo mollare”, ma fortunatamente così non è stato.
Quali sono le difficoltà maggiori nel gestire una società?
Sicuramente trovare palestre disponibili e buoni allenatori, che sappiano relazionarsi con le atlete, oltre che a portare a casa i risultati. Un altro problema è la gestione, infatti cerco di essere il più organizzato possibile e di tenere sempre conto di tutto.
Per quanto riguarda il futuro, quali sono i progetti?
Lo scorso anno abbiamo ottenuto due promozioni, e quest’anno potremmo salire nuovamente. L’obiettivo è continuare a crescere, mantenendo il settore giovanile e magari qualche categoria, come la prima divisione o la serie D. Prospettiamo inoltre l’arrivo di collaborazioni importanti.












