Il magnate visionario Elon Musk ha nuovamente catturato l’attenzione del mondo con il suo ultimo progetto audace: Neuralink. Si tratta di un chip impiantato nel cervello umano che promette di aprire nuovi orizzonti nella comunicazione uomo-macchina.

Neuralink, fondata da Musk nel 2016, è una società d’avanguardia che si propone di sviluppare tecnologie di interfaccia cervello-computer (BCI). Al cuore di questo progetto c’è il chip che porta lo stesso nome dell’azienda produttrice, ovvero un dispositivo sottile impiantato direttamente nel cervello umano. Nel maggio 2023 era arrivata l’autorizzazione, a novembre dello stesso anno si cercavano volontari con arti paralizzati e con meno di 40 anni, ed è invece dei nostri giorni la notizia del primo impianto, con i primi risultati che sarebbero positivi: il paziente sta bene e sono stati rilevati picchi neuronali e impulsi nervosi promettenti.
L’obiettivo dichiarato di Neuralink è rivoluzionare il modo in cui interagiamo con la tecnologia, consentendo una comunicazione diretta tra il cervello e i dispositivi elettronici. Questo potrebbe tradursi in un passo avanti anche nel trattamento di condizioni mediche come la paralisi, aprendo la strada a un futuro in cui il pensiero possa guidare le azioni di un computer o di un dispositivo elettronico.
L’azienda di Musk ha ottenuto il permesso di testare il chip sugli esseri umani dalla Food and Drug administration dopo aver avuto, in passato, difficoltà per ottenere l’approvazione. L’ok dell’agenzia regolatoria statunitense ha dato il via libera all’inizio di uno studio che durerà sei anni, durante il quale un robot inserirà chirurgicamente 64 fili flessibili, più sottili di un capello umano, su una parte del cervello che controlla l’intenzione del movimento. Questi fili consentono all’impianto sperimentale, alimentato da una batteria che può essere caricata in modalità wireless, di registrare e trasmettere segnali cerebrali a un’app che interviene sul modo in cui la persona vuole muoversi. Su X Musk ha anche annunciato che il primo prodotto di Neuralink si chiamerà Telepathy. La telepatia, ha detto Musk, consentirebbe «il controllo del telefono o del computer e, attraverso di essi, di quasi tutti i dispositivi, semplicemente pensando». L’eclettico e visionario imprenditore, già fondatore di Tesla e SpaceX, ha inoltre sottolineato che «i primi utilizzatori saranno coloro che hanno perso l’uso degli arti. Immaginate se Stephen Hawking, il famoso cosmologo morto nel 2018 per una grave malattia neurodegenerativa, avesse potuto comunicare più velocemente di un dattilografo. Questo è l’obiettivo».
L’innovazione di Musk solleva comunque una serie di significative questioni etiche e sociali. Il controllo delle macchine attraverso il cervello presenta, ad esempio, diverse sfide riguardo la sicurezza e la privacy, sollevando dubbi sull’accesso non autorizzato ai dati neurali e sulla potenziale vulnerabilità di queste informazioni altamente sensibili.
Inoltre, emergono interrogativi sull’equità nell’accesso a tali tecnologie avanzate. La possibilità di migliorare le capacità cognitive e fisiche attraverso Neuralink potrebbe di fatto creare divari socio-economici, con il rischio di limitare l’accesso a chi non potrà permettersi tali innovazioni.

Se da un lato, dunque, Musk guida l’umanità verso il futuro, dall’altro lato la sua società dovrà bilanciare l’entusiasmo per l’innovazione con la responsabilità etica, assicurandosi che il progresso sia accessibile ed equo per tutti.












