VERONA. Al congresso di cui i temi centrali sono: “famiglia, amore e bellezza del matrimonio“, il primo a intervenire è Massimo Gandolfini, uno dei principali esponenti dei pro-life italiani, che esordisce con la frase: “L’aborto è l’omicidio di un bambino in utero, e la legge 194 è stata applicata soltanto negli articoli che permettono la soppressione di una vita e non in quelli aiutano la maternità”. Con queste parole il relatore evidenzia le contraddizioni della legge 194 del 1978 con la quale lo stato Italiano acconsentì alle donne, nei casi previsti dalla legge, di ricorrere all’aborto in una struttura pubblica (ospedale o poliambulatorio convenzionato con la Regione di appartenenza), nei primi 90 giorni di gestazione e tra il quarto e quinto mese per motivi di natura terapeutica.
Secondo i giornali il vescovo di Verona Giuseppe Zenti proclama la sua posizione pro-famiglia tradizionale: “La famiglia – dice entrando nel palazzo della Gran Guardia – è l’opera d’arte di Dio. L’aborto è un omicidio, questo dice la Chiesa. Non ho nulla contro gli omosessuali, ma non hanno niente a che vedere con il concetto di famiglia”.
Si esprime diversamente, invece, il governatore del Veneto Luca Zaia: “La legge 194 non si tocca e se esiste una patologia è l’omofobia, non l’omosessualità”. Matteo Salvini che è stato presente al congresso in data 29 marzo ha affermato, cercando di non sbilanciarsi troppo: “Quando si parla di famiglie io penso a quello che il governo sta facendo e che farà. Io penso al sostegno concreto: aiuti per le rette degli asili nido, aumento degli assegni famigliari, IVA agevolata per gli acquisti di materiali per la prima infanzia…”. Il capo leghista poi ha aggiunto: “Non si parla assolutamente di divorzio, di aborto, di diritti civili e di libertà di scelta delle donne”. “Io so che a questi appuntamenti vanno anche vescovi e altre figure di riferimento. E ribadisco che siamo contrari a genitore 1 e genitore 2 e a pratiche come l’utero in affitto”. Infine conclude, allineandosi a quanto già detto da Zaia: “la legge 194, diritti civili e di scelta non sono in discussione nei programmi del governo».
A latere la polemica riguardo i gadget distribuiti durante il congresso: delle riproduzioni in gomma di un feto, accompagnato dalla scritta “L’aborto ferma un cuore che batte”. Tale gadget di indubbio forte impatto, ha suscitato plateali razioni tra gli opposti schieramenti.