Con l’epidemia di coronavirus che sta colpendo il mondo intero in questi giorni, si sente spesso parlare della quarantena, ovvero l’isolamento per alcuni giorni (nel caso del Covid-19 i giorni necessari sono quindici) a cui sono sottoposte le persone infette o potenzialmente infette. Ma quando e dove è nata questa fondamentale pratica?
Ebbene, quando nel 1347 i Mongoli misero sotto assedio la città di Caffa, in Crimea, che era sotto il controllo della Repubblica di Genova, gettarono dei cadaveri infetti di peste bubbonica all’interno delle mura della città. Nonostante gli abitanti si fossero affrettati a gettarli in mare, moltissimi di loro si ammalarono. In seguito alcuni cafioti fuggirono a bordo di una nave genovese, cercando un porto europeo in cui rifugiarsi, e sbarcarono a Venezia nel 1348. In quella nave c’erano però delle persone infette, e da loro prese a diffondersi in Europa la cosiddetta “Peste nera” (anche chiamata “Morte nera”, in latino “mors nigra”), ovvero l’epidemia di peste bubbonica durata fino al 1353 che causò venti milioni di morti (il 33% della popolazione europea). All’epoca Venezia, che era la città da cui aveva iniziato a diffondersi la peste, era una delle più grandi metropoli del mondo: contava infatti 160 000 abitanti, quando una città mediamente grande non ne aveva più di 10 000 (Londra, una grandissima città anche allora, non ne contava non più di 50 000). Quindi a Venezia i contagi sarebbero stati numerosissimi, e infatti il 60% dei veneziani morì.
Per evitare ulteriori problemi in futuro, i veneziani, molto pragmatici, inventarono la quarantena, ovvero tenevano per quaranta giorni gli infetti e i potenziali infetti fuori da Venezia. Passati questi giorni, se non erano ammalati potevano entrare nella città. Ma perchè proprio quaranta giorni? Non disponendo di conoscenze scientifiche abbastanza approfondite, si basarono sulla Bibbia: infatti, dal momento che Gesù era rimasto nel deserto per quaranta giorni e Noè era rimasto sull’Arca per quaranta giorni, quaranta giorni significavano salvezza.
Inoltre, all’inizio del Quattrocento, i veneziani inventarono anche un’altra fondamentale misura di sicurezza contro la possibile diffusione di epidemie, ovvero i lazzaretti. Si trattava di strutture a gestione statale, pagati con i ricavi delle tasse del sale. I lazzaretti erano alberghi o ospedali in cui venivano stipate le persone che erano arrivate a Venezia, con lo scopo di verificare se esse o le loro merci avessero o meno la peste o altre gravi malattie.
La quarantena e i lazzaretti verranno usati per la prima volta nel 1423, quando a Venezia arrivò un’altra epidemia di peste, che però causò molti meno morti, proprio grazie a queste due misure di sicurezza.
Quarantena e lazzaretti vennero dunque adottati in tutto il mondo, e si rivelarono fondamentali durante tutte le epidemie successive.