Il tursiope è il vero nome di quello che noi descriviamo come delfino dal naso a bottiglia, è una tra le rare specie più diffuse che riescono a sopportare, anche se non felicemente, la vita in cattività e per questo è il più studiato da scienziati e ricercatori. Lo possiamo trovare in tutti i mari ed oceani del mondo, tranne in quelli situati nelle zone artiche e antartiche e li possiamo classificare in due modi distinti: quelli costieri e quelli di mare aperto.
Vivono in gruppi, i maschi formano alleanze per proteggere la minoranza di femmine presenti. I ricercatori del Karadag Nature Reserve, dopo numerosi studi, hanno scoperto che, per difenderle al meglio, comunicano tra loro attraverso un linguaggio davvero simile al nostro coordinando le loro azioni.
Quindi, per la prima volta, gli scienziati sono riusciti a dimostrare, con quasi assoluta sicurezza, che i delfini comunicano ma soprattutto conversano come veri esseri umani.
Per accertare le loro ipotesi hanno preso come protagonisti dello studio due esemplari di Turpios truncatus, il maschio Yasha e la femmina Yana conviventi ormai da vent’anni, e li hanno lasciati in una piscina profonda quattro metri. Utilizzando un idrofono, un microfono adatto a stare sotto diversi metri d’acqua e capace di captare e registrare le moltitudini di suoni sottomarini.

L’aspetto più interessante ed affascinante non è solo l’utilizzo delle “parole”, ma soprattutto l’interazione e la dinamica che si instaura tra i diversi esemplari.I delfini infatti dimostrano un elevato interesse verso i discorsi dei compagni e aspettano, inoltre, che l’interlocutore finisca di “parlare” prima di iniziare a rispondere, proprio come facciamo noi umani.
Un altro studio pubblicato sui Proceedings of the Royal Society B si è focalizzato su gruppi di tursiopi che vivono in Australia occidentale, nell’area di Shark Bay, un paradiso per mammiferi marini che dal 1991 è anche patrimonio UNESCO. Lì i delfini sono abituati a vivere in gruppi di maschi comprendenti fino a 14 esemplari, che si dividono in squadre da tre esemplari, ciascuna delle quali ha il compito di difendere una delle femmine per impedire che non venga portata via. I ricercatori hanno scoperto che questi comunicano con una serie di richiami unici che consistono in suoni ad alta frequenza, circa dieci al secondo, usati per l’ecolocalizzazione e che vengono ripetuti dalle due alle 49 volte andando a formare un vero e proprio discorso mai visto né riscontrato in altri gruppi di tursiopi. Vanno insomma ad utilizzare vocaboli che si differenziano per durata, spettro suono, volume e frequenza.
Abbiamo anche scoperto che questi animali stringono amicizie e legami fra di loro chiamandosi pure per nome.
Insomma abbiamo con loro più cose in comune di quanto pensiamo.
L’obiettivo sarà dunque riuscire a tradurre le misteriose, ma allo stesso tempo interessanti, conversazioni fra questi animali dalla straordinaria intelligenza.