In un periodo storico in cui assistere a concerti o a rappresentazioni teatrali e musicali è severamente vietato, martedì 5 gennaio siamo riusciti a scambiare qualche parola con Rossana Rossignoli, giovane veronese conosciuta per il suo ruolo di primo clarinetto all’Orchestra sinfonica di Basilea dal 2010.
Diplomata al conservatorio E. F. Dall’Abaco di Verona e all’Accademia di “Maggio Musicale Fiorentino” come clarinettista, è stata descritta come una brillante rappresentante della nuova generazione musicale in Italia, vincendo anche moltissimi premi internazionali e non.
Rossana, definitasi una “cittadina d’Europa”, attualmente vive in Francia, seppur lavori in Svizzera, a due passi dalla Germania. E’ proprio qui infatti che inizia a dipingere, aprendo addirittura un suo blog personale.
Rossana, dov’è nata la sua passione per la musica? Ha seguito le orme di qualcuno?

La mia passione per la musica è iniziata da piccola, seguivo con grande entusiasmo i miei cugini e mio zio ai loro concerti con la banda del paese. E così ho cominciato! Mi è stato messo in mano un clarinetto dal maestro Fabrizio Olioso e da allora non l’ho più lasciato. Avevo otto anni all’epoca, ero abbastanza piccola. Ho suonato in banda per anni. Ho dei ricordi bellissimi: concerti, sagre varie, la festa di Santa Cecilia, tournée, gemellaggi. La banda di Sona mi ha fatto amare la musica così tanto! Poi la mia maestra di allora, Caterina Gatto, mi ha fatto pensare al conservatorio.
E’ stato difficile conciliare i suoi impegni, come ad esempio la scuola, gli amici, la famiglia, con un percorso così importante e prestigioso come il conservatorio?
Certo, la cosa più difficile è stata conciliare gli impegni più importanti: la scuola e il conservatorio. Non ho solo ricordi bellissimi di quel periodo. Ricordo una stanchezza cronica! Però lo rifarei. Ho frequentato il liceo scientifico Messedaglia di Verona, dove ho avuto la fortuna di avere insegnanti esigenti ma -al bisogno- comprensivi. Sono stati anni molto intensi. Invidiavo un po’ i miei compagni che approfittavano del fine settimana, però non avrei mai potuto fare a meno delle ore e ore di conservatorio, di orchestra. La mattina dritta a scuola e il pomeriggio lo passavo al conservatorio, rientrando la sera. E là, dovevo studiare… sconfortante a momenti.
Ha vinto numerosi premi importanti in competizioni internazionali negli anni passati. E’ fiera di aver intrapreso questo percorso, visti i risultati?
Ho partecipato a diversi concorsi nazionali ed internazionali, ho vinto diversi premi, tra cui uno del Rotary club. Ho anche ricevuto una targa dal Presidente della Repubblica… sono fiera al di là dei risultati, già per aver avuto la perseveranza di intraprendere queste scelte, che sono sembrate spesso a tanti un po’ sconsiderate. “Scegliere la musica” non è visto da tutti come giudizioso. Col senno di poi, tutto sembra evidente. Ma sul momento…

Come ci si sente ad essere descritti come una “brillante rappresentante della nuova generazione musicale in Italia”? Proprio sulla targa del Rotary è incisa questa frase. Fa piacere, fa molto piacere. Anche ai genitori! Mi ricordo che la mia famiglia era venuta a Pisa per l’occasione. La cerimonia, il concerto, la cena.. è stato un bel momento! Anche perché c’era il mio maestro, grandissimo maestro. Persona speciale, Riccardo Crocilla, primo clarinetto dell’orchestra del Maggio Musicale fiorentino. Ho imparato tanto da lui.
Ora si dedica alla pittura, da dove nasce questo suo interesse?
Dipingo da qualche anno, per piacere personale. La musica -come professione- è una disciplina che richiede costanza, abnegazione…è una ricerca continua, niente è mai fissato e tutto deve essere ricreato al meglio nel momento preciso del concerto: cosa bellissima, unica ma così evanescente. La pittura soddisfa il mio lato concreto. La tela -una volta dipinta- c’è, esiste e rimane. Anche se vado in vacanza una settimana, torno e lei è ancora lì. E senza dubbio questa passione per la pittura l’ho ereditata da mia mamma, pittrice a sua volta. Da piccola mi portava a tutte le mostre esistenti. La mia prima è stata su Magritte, a palazzo forti, a Verona. La ricordo come una delle migliori.

Cosa le piace dipingere in particolare? Come descriverebbe il tuo stile?
Il tema preferito dei miei dipinti è la Natura, in particolare adoro rappresentare paesaggi di montagna. In Italia abitavo ad un’ ora e mezza di auto dalle Dolomiti, ci sono andata spesso con mio papà, un appassionato. La montagna fa quindi parte del mio paradiso. Ma ho anche altri oggetti di predilezione, come gli alberi, il vento, l’acqua, la neve… Anche Hodler, un grande pittore svizzero a cui sono molto legata, è conosciuto per i suoi paesaggi alpini. Mi piace molto anche Munch: apprezzo la fluidità della sua pittura, i suoi colori profondi. I paesaggi che dipingo sono perlopiù immaginari, frutto di una sintesi personalissima di ricordi e sensazioni d’infanzia, paesaggi puri. Quando dipingo parto da una matassa di linee che comincio tracciare, a districare su un foglio di piccole dimensioni, una sorta di schizzo, però con i pennarelli. La decisione di trasformarlo o meno in pittura la prendo solo in seguito. E’ allora che ciò che faccio comincia a prendere pian piano forma, secondo il mio soggetto e la mia ispirazione.
Oltre alla musica e alla pittura, ha qualche altro hobby?
Con due bimbi non mi resta tempo per nient’altro! Ho la fortuna di abitare a due passi da un bosco dove vado sempre a passeggiare con loro e a prendere una boccata d’aria fresca.